La Campania è fuori controllo e De Luca se ne lava le mani. Al lockdown ci pensi il Governo. De Magistris chiede misure subito senza aspettare Roma

Conclusa l’ispezione dei tecnici del ministero della Salute in Campania. Proprio in queste ore si sta elaborando una relazione che fotografa la situazione delle strutture sanitarie della regione. I tecnici del ministero, per oltre 24 ore, hanno ispezionato gli ospedali campani con l’obiettivo di fornire nuove informazioni che andranno ad arricchire i dati trasmessi al governo e colmare eventuali incongruenze. E’ anche sulla base di queste valutazioni che saranno assunte le future eventuali decisioni relative al rischio. Al momento per la Campania resta in vigore la classificazione in area gialla.

Ciò che è certo è che tra il 2 e l’8 novembre l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive della Campania è stata del 27%. A renderlo noto l’Unità di crisi regionale, che spiega come questo dato sia il risultato del “rapporto tra il tasso giornaliero di pazienti Covid ricoverati nel giorno indice sul numero di posti letto totali di terapia intensiva attivi nel giorno indice, moltiplicato per 100”. Ma in queste ore, mentre la situazione della regione è ancora sul tavolo del governo, si sta consumando l’ennesimo scontro a distanza tra il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il governatore Vincenzo De Luca. Secondo il primo cittadino servono misure immediate, anche senza aspettare l’esecutivo. Mentre per il presidente “se lockdown dev’essere, dovrà stabilirlo il Governo”.

Intanto De Luca ha scritto al prefetto di Napoli, Marco Valentini, per chiedere subito un piano di interventi finalizzati a contrastare gli assembramenti. Occhi puntati sulla Campania sì, ma non solo. Sebbene dal 10 novembre, il Paese sia suddiviso in tre aree: gialla (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto), arancione (Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria) e rossa (Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano) la suddivisione è tutt’altro che definitiva perché aleggia da giorni l’ipotesi che la Campania, l’Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto possano passare a zone con rischio maggiore. Ma il grande punto interrogativo resta la Campania.

Probabilmente il nodo si scioglierà nel consiglio dei ministri di domani. La cosa certa è che per il momento il governo non ha alcuna intenzione di imporre un lockdown generalizzato. Il ministro della Salute Roberto Speranza valuterà nelle prossime ore altri dati, ed eventuali interventi. Intanto il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato per oggi una “ordinanza contro gli assembramenti: si tratta di una misura che parlerà proprio di assembramento e della necessità di dare una regola a chi ancora queste regole non se l’è messe in testa”, ha spiegato. Misure restrittive che intendono applicare anche Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna proprio per evitare di rientrare nella fascia arancione o rossa.

Sulle ispezioni nelle regioni è intervenuto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri: “Serve una maggiore accuratezza nella trasmissione dei dati, uno sforzo maggiore, e soprattutto una semplificazione per adattare a livello territoriale questi dati. Il codice di avviamento postale sarebbe la cosa in assoluto più semplice”. “Non c’è carenza di tamponi, – ha aggiunto – c’è un sovraccarico nella diagnostica dopo che si fa il tampone, nelle persone che devono processarlo. Il commissario Domenico Arcuri ha già ordinato 13 milioni di test antigenici e un milione li ha già consegnati. In più si è attrezzato per di ulteriori 100mila tamponi al giorno, rispetto ai 200mila al giorno che in media oggi vengono fatti”.