La carica degli onorevoli assenteisti. Un terzo degli eletti vede l’Aula con il binocolo

Il referendum sul taglio dei parlamentari si avvicina e siamo alla resa dei conti. Sì, soprattutto i conti delle presenze in Aula di senatori e deputati. Come raccontato martedì scorso da La Notizia, il monitoraggio di OpenParlamento sulle presenze durante le votazioni in Aula è eloquente. Alla Camera il primato tra gli assenteisti spetta a Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia, nella foto), che dal 2018 ha partecipato soltanto a 78 votazioni su 6.304. Risultato? Il tasso di assenze è del 98,76 per cento. Ci si avvicina molto Antonio Angelucci, re delle cliniche private, che supera il 94 per cento di assenze a Montecitorio.

Più distante, ma sempre sul podio dei meno presenti, troviamo Vittorio Sgarbi, tornato in Parlamento dopo 12 anni ma senza far troppo l’abitudine all’Aula: 79,77 per cento di assenze alle votazioni. Seguono, aggiudicandosi quarto e quinto posto in classifica, l’azzurro Guido Della Frera con il 79,12 per cento e il pentastellato Leonardo Salvatore Penna a quota 71,26 per cento di assenze. A Palazzo Madama le cose non vanno molto meglio. Escludendo i senatori a vita, la percentuale di assenze più alta se l’è aggiudicata l’ex direttore de L’Espresso, Tommaso Cerno, eletto col Pd e di recente passato al Misto, mancato all’83,85 per cento delle votazioni. Segue il forzista Niccolò Ghedini, il fedelissimo avvocato di Silvio Berlusconi, assente nel 69,23 per cento delle sedute analizzate.

Al terzo posto troviamo Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, che si attesta a 59,05 per cento. Seguono Carlo Adriano del Misto, con il 49,24 per cento di assenze, e sempre nella top five, il leader di Italia Viva Matteo Renzi con il 39,92 per cento di assenze. Ovvero 2.397 votazioni su 6005. Conti alla mano,182 eletti, tra Camera e Senato, sono sotto il 60 per cento di presenze. Se consideriamo una soglia di presenze sufficienti per un Parlamentare pari al 75 per cento, oltre un terzo dei deputati (238) non raggiungerebbe la soglia minima per “meritarsi” oltre 10 mila euro di stipendio. Poco più attenti, e soprattutto presenti, i Senatori. Sono infatti “solo” 66 quelli che non raggiungono il 75 per cento di presenze. Per molti di loro, col Sì al referendum, potrebbe essere l’ultimo giro di giostra.