La carica delle lobby per fregare gli italiani

Di Stefano Sansonetti

Lobbisti voraci, il cui appetito di poltrone non sembra conoscere soddisfazione. E pazienza se spesso si cumulano poltrone pubbliche e private a palese rischio di conflitto d’interessi. Il tutto avviene con la massima tranquillità, come se niente fosse. I casi, con il dibattito generale concentrato sui temi politici ed economici, sfuggono sempre ai radar. Ma stanno spuntando fuori come funghi dopo la pioggia. Si pensi alla situazione di Simonetta Giordani, ex sottosegretario ai beni culturali all’epoca del governo guidato da Enrico Letta. Terminata l’esperienza, ha sfruttato l’ultima tornata di nomine nelle società di Stato riuscendo a strappare un posto nel consiglio di amministrazione delle Ferrovie guidate da Michele Mario Elia. Allo stesso tempo la Giordani, che prima della parabola governativa lavorava in Autostrade per l’Italia, si è apparecchiata anche un bel rientro nel gruppo dal quale proveniva.

L’INCROCIO
Si dà infatti il caso che abbia assunto un ruolo di responsabilità all’interno degli affari istituzionali di Atlantia, la holding della famiglia Benetton che ha evidenti interessi nel settore dei trasporti (controlla Autostrade e Aeroporti di Roma). In questa veste la Giordani, fanno sapere dal gruppo, si sta occupando di “sostenibilità ambientale”. Ma a quanto pare non è stato intravisto nessun rischio di attrito nel fatto che siede contemporaneamente in Fs e Atlantia. “Non ci sono norme che prevedono un’incompatibilità”, aggiungono dal gruppo, “né le due aziende hanno ravvisato ostacoli”. Certo, non c’erano dubbi. Chissà come l’ha presa Francesco Delzio, il grande capo delle relazioni istituzionali di Atlantia-Autostrade, altro lobbista che ha una certa dimestichezza con salotti e salottini. Oltre a essere presidente di Ad Moving, la concessionaria di pubblicità del settore autostradale, siede nel comitato scientifico della fondazione Symbola (presieduta dal Pd Ermete Realacci e sostenuta da colossi come Eni ed Enel Green Power), e nel comitato editoriale di Inpiù (pubblicazione on line che fa capo al presidente della Bnl Luigi Abete e al fratello Giancarlo). Nel consiglio di amministrazione delle Ferrovie, però, insieme alla Giordani siede Giuliano Frosini, anche lui lobbista con la specialità delle “revolving doors”. Fino a una manciata di giorni fa si trovava sulla poltrona di responsabile affari istituzionali di Terna. Situazione abbandonata perché insostenibile, se solo si considerano gli interessi sovrapponibili che Ferrovie e Terna hanno in materia di energia e reti ad alta tensione. Niente paura, però. Frosini è riuscito subito a sistemarsi a capo delle relazioni istituzionali di Gtech, l’ex Lottomatica per la quale aveva lavorato dal 2004 al 2011. Il colosso dei giochi, evidentemente, l’ha richiamato per farsi aiutare nella gestione di tutta una serie di patate bollenti. In primis la fase post acquisizione dell’americana Igt, operazione destinata a spostare all’estero il baricentro della società con tutta una serie di implicazioni fiscali e concessorie già all’attenzione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Di sicuro Frosini sarà in grado di mettere a frutto tutto il suo bagaglio di conoscenze. Basti pensare che è stato capo della segretaria particolare dell’allora ministro del lavoro Antonio Bassolino.

GLI ALTRI
E che dire di Paolo Messa? Già portavoce dell’ex vicepremier Marco Follini, è da tempo il factotum del periodico Formiche (estrazione folliniana). Ma vanta anche una collaborazione con il presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro. La società, contattata da La Notizia, ha precisato che Messa non è legato direttamente a Finmeccanica, “ma ha un rapporto con il presidente e il Centro studi americani”. Di quest’ultimo think tank, del resto, De Gennaro è presidente. E tra i finanziatori del pensatoio, oltre ad Acea, Bnl, Eni, Telecom, Unicredit, Vodafone e Wind, c’è proprio Finmeccanica. Ancora Finmeccanica è tra i soci ordinari di Italiadecide, altro think tank presieduto da Luciano Violante. E tra gli stessi soci ordinari, neanche a dirlo, c’è Messa. Il quale, però, esattamente come Delzio, siede pure nel comitato editoriale di Inpiù (fratelli Abete). Senza contare che è consulente di Invimit, la società immobiliare del Tesoro per ora guidata da Elisabetta Spitz, ex moglie proprio di Follini. Ma la stessa Spitz e il presidente Vincenzo Fortunato, a quanto pare, sono a un passo dall’uscita.
@SSansonetti