La casta europea è intoccabile. A Bruxelles servirebbe un esorcista. Corrao (M5S): “Loro sprecano, poi condannano i Paesi all’austerity”

Intervista all'eurodeputato M5S Ignazio Corrao

“Servirebbe un esorcista a Bruxelles”. Non usa giri di parole il combattivo eurodeputato M5S, Ignazio Corrao. Dopo cinque anni di legislatura, cinque anni di battaglie pentastellate, cinque anni di clamorosi eurosprechi che fanno incredibilmente da contraltare a cinque anni di politiche votate all’austerity, diventa difficile mantenere un tono dialogante con quelle stesse istituzioni responsabili di tali politiche. “Le sembra normale che il Parlamento europeo ha tre sedi in tre Stati diversi?”.

Pare proprio che a Bruxelles la casta non voglia rinunciare ai suoi privilegi…
“Noi ci siamo assuefatti a questo spreco, ma ve lo immaginate il Congresso americano che si sposta da Washington a Los Angeles tutti i mesi? Questo inutile pendolarismo costa! Mio malgrado, per esempio, io ho due uffici, due scrivanie, due computer, due telefoni: uno a Bruxelles e uno a Strasburgo. Tutto doppio perché la Francia ha la testa dura e non vuole cambiare i Trattati. Basterebbe unificare le sedi per risparmiare quasi 200 milioni di euro l’anno”.

E intanto nel 2020 il Parlamento europeo potrebbe arrivare a costare oltre 2 miliardi (leggi articolo)…
“Da quando siamo entrati al Parlamento europeo, cinque anni fa, le spese sono aumentate di oltre 300 milioni di euro. Come diceva, con l’ultima proposta di bilancio che verrà votata settimana prossima, prima in Commissione e poi in plenaria, si supereranno i due miliardi l’anno. Proporremo nuovi tagli, in particolare sui centri “Europa Experience”, nel 2020 sono previste cinque nuove aperture: Lussemburgo, Varsavia, Dublino, Stoccolma e Praga”.

Spesa totale?
“Il costo per questi nuovi cinque centri previsto è pari 9,1 milioni”.

Quanto è paradossale e ipocrita un’istituzione che ha tali costi esorbitanti, peraltro cresciuti nel corso degli anni, e che poi obbliga i singoli Stati a politiche restrittive?
“Ah guardi, noi lo denunciamo da sempre. La casta europea è intoccabile, mentre i diritti dei cittadini vengono sempre toccati. In Grecia le politiche europee hanno portato a una disoccupazione giovanile oltre 50% e oggi oltre il 35% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale. L’Unione europea deve cambiare ed ascoltare di più le periferie o andrà sempre più in un vicolo cieco”.

Il rapporto Eurispes presentato due giorni fa (leggi articolo) dice chiaramente che le politiche di austerity hanno danneggiato pesantemente i singoli Stati, a cominciare dall’Italia. Insomma: avevate ragione voi?
“Ringrazio i colleghi Laura Agea e Fabio Massimo Castaldo per il lavoro fatto il collaborazione con l’istituto Eurispes. Il rapporto dimostra in modo chiaro e incontrovertibile tutti gli errori fatti in questi anni con le politiche masochiste e suicide di Bruxelles che hanno avvantaggiato solo gli Stati del Nord. I governi del Pd hanno sempre calato la testa accettando supinamente le politiche di austerity e il risultato è stato un crollo degli investimenti pubblici che hanno toccato nel 2017 il punto più basso nella storia italiana degli ultimi 40 anni”.

Secondo lei i cittadini ne hanno consapevolezza?
“I cittadini sono dalla nostra parte, lo hanno dimostrato alle elezioni politiche”.

Tra i punti su cui il Movimento preme c’è anche la modifica dello statuto della BCE, organo slegato dalle istituzioni politiche ma che ha un potere molto spesso decisivo. In che modo dovrebbe essere riformata?
“Da anni chiediamo di riconsiderare la mission della Banca Centrale Europea. È necessaria una modifica del suo statuto per cambiare l’obiettivo della stabilità dei prezzi – che è stata una ossessione principalmente tedesca – con quello della piena occupazione, come d’altronde fa la FED americana. Inoltre chiediamo che la BCE possa agire come prestatore di ultima istanza nel mercato dei titoli di Stato per fornire liquidità agli Stati Membri proprio come fa per il settore finanziario”.

Quali sono i primi tre provvedimenti che, secondo lei, il prossimo Parlamento e la prossima Commissione dovranno cercare di adottare?
“Il salario minimo europeo, una lotta senza quartiere contro mafia e corruzione e una maggiore tutela del Made In perché c’è uno spazio enorme, non ancora sfruttato, per esportate nel mondo le nostre eccellenze, in particolare quelle agricole e alimentari”.