Dopo sette mesi di attesa, convocata la prima riunione della Commissione Antimafia. Ma è ancora polemica per la candidatura della meloniana Colosimo

La Commissione Antimafia si insedierà martedì. Ma è ancora polemica per la candidatura della Colosimo alal presidenza

Dopo sette mesi di attesa, convocata la prima riunione della Commissione Antimafia. Ma è ancora polemica per la candidatura della meloniana Colosimo

Dopo sette interminabili mesi di attesa, c’è una data segnata di rosso nel calendario della Commissione Antimafia. Come annunciato dal vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, questo vitale organo si riunirà, letteralmente per la prima volta in questa legislatura, martedì prossimo “per procedere alla sua costituzione”.

In quell’occasione i parlamentari dovranno decidere chi la presiederà e in tal senso resta forte – per non dire quasi blindata – la candidatura della meloniana di ferro, Chiara Colosimo.

Un nome che, però, ha scatenato e continua a scatenare polemiche dopo un servizio della trasmissione Report, condotta da Sigfrido Ranucci, in cui è emersa l’amicizia di quella che molti chiamano “l’altra Giorgia” con Luigi Ciavardini, l’ex terrorista nero dei Nar già condannato a 30 anni per la strage di Bologna, a 13 per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e a dieci per quello del giudice Mario Amato.

La Commissione Antimafia si insedia ma è caos

Proprio per questo i familiari delle vittime di mafia e terrorismo hanno scritto una lettera di fuoco al Fatto Quotidiano manifestando incredulità e per chiedere ai parlamentari di non procedere con questa nomina. Indignazione a cui si sono accodati i parlamentari M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato secondo cui “non sfugge a nessuno la assoluta incompatibilità della persona con la carica se questi rapporti fossero confermati”.

“Tanto più se si pensa che la commissione Antimafia dovrà indagare proprio sul coinvolgimento degli eversori neofascisti nella strategia stragista mafiosa degli anni ’92-’94”. Inoltre, fanno notare i pentastellati, c’è un “ulteriore elemento inquietante” ossia “i legami di Ciavardini, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro con alcune associazioni che si battono per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo”.

Tutti motivi per i quali, conclude la nota M5S, “chiediamo che si faccia piena chiarezza e che la prossima presidenza della commissione Antimafia venga messa al riparo da qualsiasi sospetto, anche velato, di contiguità con gli ambienti dell’eversione neofascista”.

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