La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto: no al visto di legittimità

La Corte dei Conti boccia il progetto del Ponte sullo Stretto, rifiutando il visto di legittimità. Ma Salvini annuncia che andrà avanti.

La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto: no al visto di legittimità

La Corte dei Conti ha bocciato la delibera del Cipess che ha dato il via libera alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. I giudici contabili non hanno ammesso al visto e alla conseguente registrazione la delibera adottata dal governo lo scorso 6 agosto.

La decisione, spiega una nota della Corte dei Conti, è stata assunta dalla Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte, all’esito della Camera di consiglio. Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note con apposita deliberazione entro 30 giorni.

La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto, ma Salvini tira dritto

Il governo non sembra preoccuparsi della bocciatura della Corte dei Conti, considerando che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nel pomeriggio al question time alla Camera aveva annunciato che il governo andrà ugualmente avanti: “Nessuna violazione, nessun ritiro della delibera Cipess. Il mio impegno e di farlo e bene nell’interesse del popolo italiano”, ha detto spiegando che la delibera non verrà ritirata nonostante la bocciatura.

Anche in caso di parere negativo della Corte, il governo può infatti decidere di procedere comunque. Nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, in base alle normative vigenti (T.U. n. 1214 del 1934), l’amministrazione interessata, in caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei conti, può chiedere un’apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l’atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso.

Salvini ha poi commentato la decisione della Corte dei Conti attaccando i giudici: “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.

Contro i giudici si scaglia anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess riguardante il Ponte sullo Stretto è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento”.