Sono lontani i tempi in cui la crescita italiana trainava l’Europa. Eppure di anni ne sono passati pochi, ma il governo Meloni oggi ha ben poco da festeggiare. Dalla crescita record del post-pandemia, con le destre si è passati a essere in coda tra i Paesi del G20. Un problema non di poco conto, soprattutto in vista di una manovra che per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarà tutt’altro che facile, tra spese forzate in armi e richieste degli alleati di governo, dal taglio dell’Irpef alla rottamazione. L’Ocse testimonia una crescita del Pil nell’area del G20 dello 0,9% nel secondo trimestre del 2025. In aumento rispetto al +0,7% del trimestre precedente. Ma la situazione non è la stessa per tutti, con Paesi che accelerano e altri – a partire proprio dall’Italia – che registrano il segno meno.
La crescita italiana al palo, siamo tra i peggiori nel G20
Una netta ripresa nel secondo trimestre l’hanno registrata gli Stati Uniti, passando dal -0,1% dei primi mesi dell’anno al +0,8%. Discorso simile per la Corea del Sud, dal -0,2% al +0,7%, mentre corre la Turchia (dal +0,7% all’1,6%), così come l’Arabia Saudita (da 1,1% a 1,7%). In crescita anche il dato di Giappone (+0,5%), Australia (+0,6%) e Francia (+0,3%). Eppure non mancano le difficoltà di chi, invece, registra contrazioni o comunque una crescita in rallentamento rispetto al primo trimestre. Pesa il -0,4% del Canada (dopo un +0,5%), così come il -0,3% della Germania (nel primo trimestre era +0,3%).
Poi c’è l’Italia, terz’ultima per crescita con un -0,1% che fa seguito a un +0,3% nei primi tre mesi. Peggio di noi, insomma, fanno solo Canada e Germania: la prima nel pieno della guerra commerciale con gli Usa, la seconda in balia di un’economia in affanno ormai da tempo. Rallenta poi la crescita in Brasile (da +1,3% a +0,4%), Regno Unito (da 0,7% a 0,3%), India (da 2% a 1,7%) e Cina (da 1,2% a 1,1%). Andando a guardare il confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente, il Pil dell’area del G20 è aumentato del 3,5%, con i tassi di crescita annui più alti registrati in India (7,3%), Cina (5,2%) e Indonesia (5,1%).
La peggiore è la Germania, con una crescita solamente dello 0,2%. Ma non va molto meglio all’Italia, penultima con il +0,4%. Meglio di noi fanno Francia (+0,8%), Regno Unito e Canada (+1,2%). Insomma, per l’Italia c’è ben poco di cui gioire, con una crescita nettamente al di sotto non solo del G20 ma anche dell’area euro. Un dato che, per l’Ocse, riflette le difficoltà della ripresa economica a causa di un continuo calo della produzione industriale e di consumi interni che restano in affanno. In un contesto europeo ancora fragile.