La crisi greca agita i mercati. Per Atene tempo quasi finito. Berlino continua a tergiversare sull’accordo

Fin quando non si capirà se la Grecia si salva o meno i mercati resteranno forzatamente in tensione. L’inseguirsi di annunci su accordi dietro l’angolo e smentite che richiamano addirittura l’uscita dall’euro di Atene creano infatti quel clima ideale per la speculazione e il nervosismo. Così le piazze finanziarie soffrono. E Berlino, la prima responsabile della situazione drammatica in cui è finita Atene, davanti sostiene che l’obiettivo comune è far restare la Grecia nell’euro, ma di dietro continua a negare gli aiuti che potrebbero mettere subito fine a questo balletto forse fatale per il Paese ellenico. In questo clima i primi a non credere più nel futuro con l’Europa sono gli stessi greci. Continua perciò la fuga di capitali dalle banche elleniche, anche nell’ultimo trimestre. Non bastano quindi dati positivi, come l’Istat che conferma l’inversione di tendenza e il Pil a +0,3% nel corso del primo trimestre.

TROPPA VOLATILITÀ
I listini europei finiscono preda della volatilità e dopo un avvio positivo ieri hanno così virato improvvisamente al ribasso. Alla fine Piazza Affari ha chiuso in ribasso dell’1,05%, Londra ha perso lo 0,8%, Parigi il 2,5% e Francoforte il 2,26%. Giù anche Atene, in calo dell’1,73%. Chiusura in calo anche per Wall Street, col Dow Jones che ha persp lo 0,64% e il Nasdaq lo 0,55%.

BUONA VOLONTÀ
Intanto il governo di Alexis Tsipras le sta provando tutte per restare nell’euro senza però dare quel colpo di grazia che la Troika (Commissione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea) vorrebbe imporre a un Paese stremato. Si restituirà il debito, ma con un po’ di tempo in più. Per questo il portavoce “un’intesa è vicina e Atene vuole arrivare a un compromesso entro domenica”. Ma le resistenze restano. E questa data non potrà essere rispettata. La fretta dei grecio però è facilmente spiegabile: le casse dello Stato sono sempre più a secco (la Grecia non riceve prestiti o aiuti da 10 mesi e ha continuato a onorare tutte le scadenze del debito) e se non sarà sbloccata al più presto almeno una parte dell’ultima tranche da 7,2 miliardi del piano di sostegno internazionale il default rischia di essere inevitabile. Serve un’intesa, dunque, ma prima ancora un clima favorevole per le trattative. Assistiamo così all’apertura del commissario Ue Pierre Moscovici secondo cui “L’intesa è fatta al 75%”. Ma la direttrice del Fondo monetario Christine Lagarde aveva frenato (e poi però anche ritrattato): “Resta ancora molto da fare”, con il carico da undici messo successivamente da alcune fonti Ue, che hanno escluso la possibilità di raggiungere un accordo entro domenica. Un fiume di dichiarazioni che in un mondo normale sarebbero censurate dalle autorità di controllo. Ma sulla Grecia si continua a fare carne di porco. E solo dopo che i mercati hanno incamerato tutto il nervosismo possibile si continua ad attendere. E a soffrire.