Ci vogliono cinquanta miliardi, la crisi idrica costa cara. Dieci anni di investimenti contro l’emergenza, è la ricetta per affrontare la siccità record

La crisi idrica costa cara, stimati oltre 50 miliardi. Servono dieci anni di investimenti contro l’emergenza

Ci vogliono cinquanta miliardi, la crisi idrica costa cara. Dieci anni di investimenti contro l’emergenza, è la ricetta per affrontare la siccità record

Non si può più perdere tempo. Contro la crisi idrica è necessario intervenire subito con un pacchetto di investimenti da 48 miliardi di euro in dieci anni. Solo così si può superare l’emergenza, recuperare l’acqua per le esigenze delle famiglie, dell’agricoltura e dell’industria e rilanciare anche lo sviluppo dell’idroelettrico, una fonte rinnovabile fondamentale in quanto programmabile.

Lo studio dal titolo Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori realizzato da The European house – Ambrosetti in collaborazione con A2A evidenzia la necessità di intervenire al più presto e con risorse ingenti. L’analisi fornisce un quadro dell’emergenza idrica in Italia: solo nel 2022, per esempio, c’è stato un calo del 31% di risorsa disponibile rispetto all’anno precedente. Allo stesso tempo l’obiettivo è quello di indicare le possibili soluzioni per recuperare 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua. Ovvero una cifra pari a un terzo dei consumi in Italia. Per farlo bisogna puntare sul riuso, sulla riduzione delle perdite e dei consumi e sul recupero dell’acqua piovana.

La previsione

C’è di più, perché nello studio vengono elencate anche le azioni che si possono mettere in campo per ottenere energia idroelettrica aggiuntiva attraverso gli investimenti su pompaggi, invasi irrigui e nuove centrali: con una strategia efficace si può produrre un “effetto volano sull’economia nazionale, con ricadute positive per 77 miliardi di euro”.

Come spiega Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, sono “necessari 50 miliardi di investimenti in 10 anni per la salvaguardia del ciclo idrico e della produzione di energia idroelettrica e l’azione congiunta di istituzioni, industria e cittadini è pronta a essere protagonista responsabile di un fronte comune a tutela della risorsa idrica”. A suo giudizio la risposta migliore consiste nella circolarità, che può ridurre gli effetti del cambiamento climatico. In particolare il riuso, la riduzione e il recupero “possono rimettere in circolo 9,5 miliardi di metri cubi di acqua, più di quanto perso nel 2022 a causa della siccità”.

La crisi

Lo scorso anno è stato quello con meno acqua disponibile negli ultimi 60. Tanto che Mazzoncini lo definisce come un annus horribilis: “Abbiamo sempre meno acqua” e, nell’idroelettrico il 2022 ha avuto “un impatto tragico: abbiamo fatto -39% di produzione idroelettrica”. Bisogna agire subito, anche perché un miglior utilizzo di accumuli e centrali idroelettriche “potrebbe generare 12,5 TWh l’anno di energia pulita, più dei consumi domestici annuali di tutta la Lombardia”.