Con l’anno nuovo, anche la Croazia entra ufficialmente nell’area euro e aderisce al patto di Shengen. A distanza di dieci anni dall’ingresso nell’Unione europea, nel Paese balcanico entra in vigore la moneta unica che sostituirà la sua vecchia valuta, la kuna. Si tratta del ventesimo Paese dell’Ue ad aderire all’euro, dopo Lituania (2015), Lettonia (2014) ed Estonia (2011).
La Croazia aderisce all’Euro
Un passo importante sottolineato su twitter dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Oggi la Croazia entra nello spazio Schengen e nell’Eurozona. Un risultato importante per il progetto europeo e per il popolo croato, a cui faccio i miei migliori auguri. Spero che presto altri Paesi raggiungano lo stesso obiettivo, a beneficio di tutta l’Ue”.
Soddisfazione espressa anche dal presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha affermato: “La Croazia ha lavorato duro per diventare il ventesimo membro dell’area euro, e ci è riuscita. È la dimostrazione che l’euro è una valuta attraente che porta stabilità ai suoi membri”.
Il lungo iter
L’iter era stato avviato dal governo croato nell’ottobre del 2017, con la richiesta di ingresso nel meccanismo di cambio europeo, presupposto per l’adozione dell’euro. Già all’epoca l’obiettivo era stato collegato a quello dell’ingresso nella zona Schengen che, infatti, è stato raggiunto in contemporanea.
Che il matrimonio fosse ormai scontato lo si era capito già in autunno quando la Croazia aveva volontariamente presentato la propria bozza programmatica di bilancio alla Commissione, presa in esame e ampiamente promossa nel pacchetto di autunno che apre il ciclo economico annuale.
Addio frontiere
Per marcare l’ingresso oggi della Croazia nell’area Schengen e nell’Eurozona la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è giunta a mezzogiorno al confine sloveno-croato, al valico di Bregana, sull’autostrada Lubiana-Zagabria, dove alla mezzanotte sono stati aboliti tutti i controlli.
Von der Leyen è stata accolta dal premier croato Andrej Plenkovic e dalla presidente della Slovenia Nataša Pirc Musar, e vari ministri di entrambi i governi.