La cura delle destre. Scaricare su Draghi la grana del caro-bollette

Salvini e Berlusconi puntano a scaricare su Mario Draghi le responsabilità di un intervento corposo contro il caro-bollette.

La strategia è chiara ma le possibilità che produca i risultati sperati sono scarse, anzi scarsissime. La Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi puntano a scaricare su Mario Draghi le responsabilità di un intervento corposo contro il caro-bollette che rischia di mettere a repentaglio i nostri conti pubblici.

Caro-bollette, Lega e Forza Italia in pressing: intervento in deficit. Ma la Meloni con Tremonti frena

Ma il premier, sostenuto dal ministro dell’Economia Daniele Franco, non ha nessuna intenzione di rimanere incastrato in un’operazione che potrebbe andare incontro al severo giudizio della Commissione europea ed esporre il nostro Paese alla speculazione sui mercati finanziari. Operazione infine che sarebbe difficilmente giustificabile per un esecutivo in carica solo per gli affari correnti.

Sarebbe molto più ragionevole infatti che fosse il prossimo Governo a farsi carico di un intervento corposo contro il caro-bollette. Ma per Lega e Forza Italia non c’è tempo da perdere: bisogna agire ora e a farlo dev’essere il Governo Draghi sebbene Salvini e Berlusconi ne abbiano provocato la caduta. Tanto che Matteo Renzi ha buon gioco a provocare i due leader di centrodestra. “Ma quelli che hanno mandato a casa Draghi e ora chiedono a Draghi di risolvere il problema bollette come li definiamo?”, si interroga il leader di Italia viva.

Ma Salvini e Berlusconi non intendono sentir ragioni. “Lo approviamo la settimana prossima un decreto urgente da 30 miliardi di euro per bloccare come hanno fatto in Francia gli aumenti alle bollette della luce e del gas? La Lega è pronta, aspettiamo il sì di tutti gli altri e chi dice di no non è un amico dell’Italia e degli italiani”, dichiara Salvini. Che esclude che il problema possa essere affrontato dal prossimo Governo.

“Qualcuno dice: parliamone ad ottobre. Ma chi sostiene questa tesi vive su un altro pianeta. Ci sono aziende che a settembre non riusciranno a riaprire”, spiega. E per mettere a terra gli aiuti a cui pensa il leader leghista non c’è che una strada: agire in deficit. “I soldi non crescono sugli alberi”, sentenzia.

Gli dà man forte il coordinatore di Forza Italia. “Draghi ha il nostro pieno sostegno per un intervento d’emergenza contro l’impennata dei prezzi”, dice Antonio Tajani, convinto che non ci si debba far impressionare dai vincoli di bilancio, perché “bisogna preoccuparsi dei conti, ma la priorità è aiutare il tessuto economico e sociale”. E dunque uno scostamento di bilancio “non si può escludere a priori”.

Frena Fratelli d’Italia. “è necessario ricorrere alle risorse disponibili e capire a quanto ammontino e se siano sufficienti a soccorrere famiglie e imprese aggredite dal rincaro energia. I trenta miliardi di cui si parla sono un’intera manovra finanziaria, per questo occorre prudenza”, dice Fabio Rampelli. Idem Giulio Tremonti. Uno scostamento di bilancio, per far fronte al caro-energia, “con l’inflazione e la speculazione in netta ripresa sarebbe una misura molto rischiosa”, dice l’ex ministro dell’Economia dei governi Berlusconi, ora candidato con FdI.

“Trovo ipocrita il comportamento di quelle forze politiche che prima hanno fatto cadere il Governo Draghi e oggi invocano una soluzione da parte dello stesso Governo”. spiega il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che è in campo con Azione. “Il Governo oggi è in carica solo per gli affari correnti quindi non potrebbe, ad esempio, approvare uno scostamento di bilancio”, rilancia Gelmini. Ma Salvini e Berlusconi non hanno intenzione di allentare il pressing.

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