La cura Rocca per le liste d’attesa nel Lazio

Operazione mediatica del governatore del Lazio. Un pool di fedelissimi sorveglierà i pronto soccorso per risolvere il problema delle liste d'attesa.

La cura Rocca per le liste d’attesa nel Lazio

Con 600 posti letto extra per gli ospedali e 7 ispettori a caccia di criticità nei pronto soccorso laziali, Francesco Rocca conta di risolvere i problemi della sanità regionale e, in particolare, delle liste d’attesa. Proprio così, per il governatore i posti letto messi a disposizione dai privati – circa 10 letti per ogni struttura – e i 7 Sherlock Holmes sanitari sarebbero la cura decisiva per evitare plotoni di pazienti ammassati per giorni in corsia ad aspettare il proprio turno. Una vera e propria campagna mediatica.

Operazione mediatica del governatore del Lazio. Un pool di fedelissimi sorveglierà i pronto soccorso per risolvere il problema delle liste d’attesa

Senza alcun cenno alle risorse aggiuntive per assumere nuovo personale sanitario o incrementare il numero di letti in misura sufficiente a fronteggiare le emergenze. Né tantomeno al potenziamento della medicina territoriale per limitare gli accessi impropri nei pronto soccorso. Gli ispettori sarebbero stati scelti in parte dal dg dell’Ares 118 Maria Paola Corradi, parente del neo assessore al bilancio Giancarlo Righini che da 10 anni ricopre il ruolo di direttore nella stessa postazione in barba ad ogni principio di rotazione. Nella task force voluta da Rocca, spunta anche una sua vecchia conoscenza: il direttore amministrativo dell’ospedale Sant’Andrea, Angelo Scozzafava, nome noto alle cronache per essere stato indagato e assolto nel 2021 per associazione di stampo mafioso e corruzione aggravata nell’inchiesta Mondo di Mezzo.

Scozzafava ha ricoperto l’incarico di direttore del Quinto Dipartimento di Roma Capitale per la Promozione dei Servizi Sociali durante la giunta Alemanno (dal dicembre 2008 al giugno 2013), incarico col quale ha svolto un ruolo decisivo in relazione alla decisione dell’allargamento del campo rom di Castel Romano, nel quale Buzzi e Carminati avevano investito al 50% un milione di euro. Scozzafava è stato arrestato il 5 giugno del 2015 in relazione alla vicenda della gara per il Cup regionale. Nell’ordinanza il gip scriveva: “In concorso tra loro e previo accordo tra Testa, Buzzi, Gramazio e Carminati, viene elaborato il progetto di partecipazione alla gara, assunte le determinazioni generali in ordine alla turbativa e utilizzato Gramazio, espressione dell’opposizione in Consiglio regionale per rivendicare, nel quadro di un accordo lottizzatorio una quota dell’appalto, ottenendo così da Maurizio Venafro, capo di gabinetto di Zingaretti, in funzione di garanzia della realizzazione di tale accordo, la nomina di Scozzafava quale membro della commissione aggiudicatrice”.

Arruolati Scozzafava, indagato e assolto nel processo Mondo di Mezzo, e Buttarelli prescritto per Lady Asl

“Scozzi”, come lo chiamava nelle intercettazioni Salvatore Buzzi, era al comune di Roma nei servizi sociali quando è stata affidata alla Croce Rossa Italiana di Roma la gestione del “Campo La Barbuta”, che secondo il presidente dell’associazione 21 luglio che si occupa dei diritti dei rom, sorgeva su un terreno di Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda della Magliana. Mentre nel 2013 Francesco Rocca ha nominato Scozzafava nel Comitato dei Garanti della Croce Rossa. Proprio per questa nomina Rocca verrà chiamato nell’ottobre del 2016 a deporre al processo Mondo di Mezzo in favore dello stesso Scozzafava.

Ma non finisce qui: dal Mondo di Mezzo a Lady Asl il passo è breve. In regione spunta anche il nome di Marco Buttarelli che avrebbe chiesto a Francesco Rocca di ricoprire il ruolo di Capo di Gabinetto ma senza successo. Così Buttarelli in attesa di essere collocato in altra posizione, starebbe dando una mano. Proprio come Andrea Urbani, nuovo direttore regionale della salute del Lazio (ancora senza contratto), che si sta dando un gran daffare nel controllo dei bilanci delle Asl e delle Aziende ospedaliere regionali. Marco Buttarelli, ex capo di gabinetto di Francesco Storace, fu arrestato nell’ambito dell’inchiesta Lady Asl per gli illeciti nella sanità laziale. Accuse poi cadute in prescrizione.