La curva sembra stabilizzarsi. Ma ci sono oltre trentamila nuovi casi e 352 morti. Il tasso di positività supera il 10 per cento

Sono 30.550 (ieri erano 28.244) i nuovi casi di Coronavirus registrati in Italia nelle ultime 24 ore, a fronte di tamponi 211.831 contro 182.287 di martedì, e 352 i morti (ieri erano stati 351), per un totale dall’inizio dell’epidemia di 39.764 vittime. I nuovi dimessi/guariti sono 5.103. Gli attualmente positive sono 443.235, con un incremento nelle ultime 24 ore di 25.093 pazienti. I malati in isolamento domiciliare, asintomatici o con sintomi lievi, sono 418.827. Sono 22.116, invece, i pazienti ricoverati nei reparti ordinari, 1.002 più di ieri, e 2.292 (+67) quelli in terapia intensiva.

La regione con il maggior numero di nuovi contagiati è sempre la Lombardia, con 7.758 nuovi casi, seguita da Campania (4.181) e Piemonte (3.577). Unica regione sotto i cento contagi è il Molise, con 26 nuovi contagi. Dal punto di vista ospedaliero la regione con il maggior numero di ricoverati è la Lombardia (5.018), seguita la Piemonte (3.525) e Lazio (2.317). Per quanto riguarda le terapie intensive, i numeri più elevati sono in Lombardia (507), Piemonte (233) e Toscana (197).

“Siamo di fronte a questa riemergenza epidemica – ha detto nel corso di una conferenza stampa il direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Gianni Rezza -, che del resto era attesa dopo la relativa pausa estiva e gli effetti del lockdown che avevano provocato la diminuzione della circolazione. Sono ore particolarmente frenetiche ed intense, siamo riuniti da stamattina in cabina regia e stiamo ancora lavorando. Sui 212mila tamponi eseguiti, abbiamo circa 30.500 test positivi mentre i decessi sono 352, ancora molti, stabili rispetto a ieri. Le oscillazioni quotidiane sono tuttavia previste, ma occorre vedere il trend: negli ultimi giorni c’è una relativa stabilizzazione, il tasso di positività rispetto al numero di tamponi effettuati è attorno al 10%, un dato quindi molto elevato e che non è buono”.

“Il numero dei ricoveri in terapia intensiva – ha detto ancora il direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss – continua a crescere ma non si registrano criticità, rispetto alla fase 1 è aumentata la capacità di ricoverare in intensiva. Oggi i ricoveri sono 67 in più. Non vediamo ancora gli effetti del Dpcm e delle misure in essi contenute, ci vorranno ancora due-tre settimane”. Rezza ha spiegato che “la situazione, come è evidente, coinvolge tutti i Paesi attorno all’Italia, anche se gli altri Paesi europei sono più avanti di due settimane rispetto a noi. Rispetto a diversi mesi fa, facciamo molti, moltissimi tamponi: oggi 212mila prelievi per l’analisi dell’eventuale positività. La capacità di diagnostica è pertanto molto aumentata, per quanto in alcune aree del Paese possono esservi alcune criticità”.

“Diminuire l’afflusso ai Pronto soccorso e alle strutture ospedaliere – ha detto ancora Rezza – è in questo momento assolutamente una priorità, perché se è vero che la mortalità tende ad essere più bassa, quando aumentano i casi cresce il numero dei decessi dopo un po’ di tempo. Con una patologia che nella maggioranza dei casi ha pochi sintomi bisogna ridurre il rischio di ingolfare le strutture ospedaliere”.