La deriva sovranista di Salvini non paga, c’è il sorpasso di Tajani. FI secondo partito della coalizione, lo certifica la Supermedia Agi/Youtrend

La deriva sovranista di Salvini non paga, c’è il sorpasso di Tajani. Per Supermedia Agi/Youtrend è FI il secondo partito della coalizione

La deriva sovranista di Salvini non paga, c’è il sorpasso di Tajani. FI secondo partito della coalizione, lo certifica la Supermedia Agi/Youtrend

Si ritroveranno tutti insieme il 19 aprile al comizio finale del centrodestra unito per Vito Bardi in Basilicata. Ma nel frattempo i leader dei partiti di governo, in vista delle prossime elezioni europee di giugno, continuano a darsele di santa ragione dalla mattina alla sera.

O meglio non è proprio questa la versione corretta. È Matteo Salvini che continua quotidianamente a sfidare la premier, numero uno di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e a battibeccare con il leader di Forza Italia, Antonio Tajani. E i sondaggi ci dicono che finora la sua linea non paga e il temuto sorpasso degli azzurri sui leghisti è cosa fatta. Nell’ultima rilevazione Supermedia Youtrend/Agi pubblicata ieri, FdI torna a registrare un segno positivo, anche se solo di un decimo, rispetto al dato di due settimane fa. E Forza Italia, che guadagna mezzo punto, supera la Lega e gli sfila il secondo posto nella coalizione.

La fotografia

A oggi abbiamo: Fratelli d’Italia al 27,6%, Forza Italia all’8,2% e la Lega inchiodata all’8,1%. Stabili i due principali partiti di centrosinistra: il Pd al 20,1% (guadagna un decimo), il M5S al 16% (invariato). Chi cala e anche in maniera pronunciata sono Avs e Azione. L’Alleanza tra verdi e sinistra era al 4,2% e ora cala al 3,7, mentre Carlo Calenda perde sei decimi che lo fanno scendere al 3,3%, la stessa soglia di Italia Viva di Matteo Renzi, neo-alleato di +Europa accreditata invece del 2,7%.

La svolta di estrema destra impressa da Salvini al partito di via Bellerio non lo premia. Idem la guerra contro l’Europa matrigna. Salvini appare incontenibile in questo periodo: supervisiona e inaugura cantieri, ingaggia duelli con l’Anac, “colpevole” di aver svolto il suo lavoro, individuando in una delibera una serie di criticità e di irregolarità nelle procedure di assegnazione dell’appalto che riguarda la realizzazione della nuova diga di Genova. Straparla di scuola, accanendosi persino contro i bambini stranieri e proponendo la quota massima di “un 20% di alunni stranieri in una classe”.

Le bordate

Ma soprattutto tira bordate a Meloni e a Tajani per i loro flirt con Ursula von der Leyen. Se Meloni continua a distinguere il voto per la Commissione dalle maggioranze che si possono formare all’Europarlamento, Salvini continua a picchiare contro von der Leyen e a definire un “problema” un eventuale sostegno degli alleati a una nuova prima linea europea insieme ai socialisti e ai liberali di Emmanuel Macron.

Se Tajani fa notare che lo stesso Salvini “contribuì” in qualche modo a raggiungere la soluzione Ursula, convincendo Giuseppe Conte (era l’epoca del governo gialloverde) a non sostenere il socialista Frans Timmermans, la Lega ricorda che non votò per la presidente della Commissione. Ma “la campagna elettorale è già iniziata sabato scorso”, osservano nella cerchia ristretta della premier, a proposito del “comizio tutto contro il governo” al raduno nero di Identità e democrazia organizzato da Salvini. Non sono passati inosservati gli applausi della platea leghista all’attacco sferrato da Marine Le Pen “a Giorgia”.

Distanze

Zitto, zitto invece Tajani con la sua linea europeista e filoatlantica seduce. Al contrario di Salvini con le sue posizioni antieuropeiste e morbide verso Putin. E Tajani e Meloni sembrano sempre più convergere, isolando l’allaeato. Ieri si è aperta a Cipro la nuova “Cultural week” organizzata da Ecr party, la famiglia europea dei conservatori guidata da Meloni. La convention si è aperta con una riflessione sulle principali sfide geopolitiche, rimarcando il sostegno a Kiev e la fedeltà al ruolo della Nato.