La destra tira dritto sulle nomine in Rai. Ma saranno fuorilegge

La presidente della Vigilanza, Floridia: "Va approvata con urgenza una nuova legge che sottragga la Rai al controllo della politica".

La destra tira dritto sulle nomine in Rai. Ma saranno fuorilegge

A sollevare il problema per primi sono stati i Cinque stelle. E, in prima istanza, la presidente della Commissione Vigilanza Rai Barbara Floridia: “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act, la legittimità del prossimo Cda Rai sarà a rischio”. In sintesi questo è stato l’allarme lanciato dalla presidente della Commissione di Vigilanza: “Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica”, ha aggiunto l’esponente grillina spiegando poi che il Media freedom act è “un regolamento, e quindi va immediatamente attuato”.

Floridia: “Va approvata con urgenza una nuova legge che sottragga la Rai al controllo della politica”

“Nel dettaglio prevede che i vertici delle emittenti pubbliche non vengano nominati dai governi, ma tramite procedure slegate da logiche politiche”, ha spiegato ancora la Floridia. Cosa vuol dire questo? Semplice: l’attuale legge Renzi del 2015 stabilisce che l’amministratore delegato e il presidente vengano nominati dal Mef, cioè dal governo in carica. Ciò, evidentemente, è l’esatto opposto di quanto previsto dal regolamento Ue e mette a rischio in primis le figure indicate dall’esecutivo. Insomma, come ha ribadito ancora la Floridia, “c’è un problema che va affrontato, e non si può più aspettare, visto che dal 20 maggio le Camere potranno iniziare a votare per scegliere 4 dei 7 membri del Cda. Dopo le Europee di giugno servirà una legge condivisa per riscrivere le regole sulla governance”. Un campanello d’allarme al momento caduto nel vuoto.

RaiNews24 ha tagliato dal servizio sui test psicoattitudinali per i magistrati le critiche di Nicola Gratteri

Eppure ci sarebbe assolutamente bisogno. Che ci sia un fil rouge piuttosto consistente tra la direzione di alcune reti o testate e il governo, è purtroppo cosa nota. L’ultimo caso – l’ennesimo – arriva da RaiNews24: sotto la guida del meloniano Paolo Petrecca ecco arrivare l’ennesima figuraccia denunciata direttamente dalla redazione: è sparito senza alcun preavviso il commento del procuratore Nicola Gratteri dal servizio sui test psicoattitudinali ai magistrati del duo Nordio-Meloni. “L’ennesimo episodio che avvicina la rete all news della RAI più a un organo di propaganda che a un vero strumento di informazione. Presenteremo un’interrogazione in commissione di Vigilanza perché è intollerabile che una testata prestigiosa come Rai News 24 possa continuare a procedere su questa china”, ha non a caso sottolineato il deputato M5S Dario Carotenuto, capogruppo in commissione di Vigilanza.

Altro campanello d’allarme inascoltato. Già, perché a quanto pare le trattative in maggioranza continuano spietate. E ovviamente riguardano il Cda ma anche i direttori di genere e testata. Matteo Salvini e Giorgia Meloni pare abbiano trovato un accordo di massima per il nuovo vertice del servizio pubblico: Giampaolo Rossi amministratore delegato in quota Fratelli d’Italia e Marcello Ciannamea direttore generale con delega al prodotto in quota Lega. Sono due nomi di peso e molto vicini ai leader dei rispettivi partiti. Nel Carroccio, però, montano le perplessità sull’intesa. Il motivo è presto detto: bisogna capire quale ruolo effettivo avrà Ciannamea, persona stimata anche negli ambienti interni Rai.

Detta in altri termini: avrà deleghe pesanti? Si occuperà solo del palinsesto? Avrà una responsabilità operativa? Domande a cui effettivamente è presto rispondere. I sospetti sono legittimi perché con l’ipotizzato accorpamento del Day Time con il Prime time, il meloniano Angelo Mellone avrebbe moltissimo potere. Resta però un’altra ipotetica pedina di scambio: la direzione degli Approfondimenti. E in questo caso il nome da sacrificare sarebbe quello del meloniano Paolo Corsini. Ma non è detta l’ultima parola. Specie se dovesse esserci davvero una riforma.