Le Lettere

La fine dell’anima

Sento le notizie da Gaza e mi dico che in vita mia non mi sono mai imbattuto in una tragedia di queste dimensioni con il massacro di un popolo inerme. Ciò che mi addolora molto è la complicità dell’Occidente, così servile agli ordini dello Zio Sam. Ho quasi 70 anni e quest’impotenza di non poter far nulla mi dispera. Ai miei tempi noi giovani andavamo sulle barricate. Oggi non si muove niente. Genere umano piatto!

Peppino Baraldi
via Facebook

Gentile lettore, siamo entrambi di un’altra generazione e abbiamo gli stessi sentimenti. Sì, eravamo diversi. Andavamo in piazza a migliaia per il Vietnam, cantavamo le canzoni di protesta: C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones di Morandi, o La guerra di Piero di De André e tante altre: di Guccini, Rino Gaetano, Battiato, Finardi, Gaber, Pietrangeli. Dall’America veniva On the eve of destruction di Barry McGuire e poi le canzoni di Bob Dylan, Joan Baez, Patty Smith, John Lennon, gli Inti-Illimani. C’era un’onda che spingeva i ragazzi di tutto l’Occidente. Se ne estraniavano pochi, indifferenti alle stragi americane in Asia e che qui in Italia per lo più militavano nel Msi, il partito neofascista in cui è cresciuta la premier che forse ci porterà a sbattere in un’altra catastrofe storica. Ma oggi tra i giovani il confine non passa più su un crinale politico. Oggi regna l’apolitica, un’apatia fatta di individualismo, edonismo, conformismo. Gli smartphone, che sarebbero un’occasione unica per condividere idee tra i quattro angoli del globo, sono usati per i fatui video di TikTok e simili. Lei ha detto bene: encefalogramma piatto in Occidente.

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