Senza censura

La grande posta in gioco sui nostri beni pubblici

Ecco perché il patto per Napoli è servito sinora solo ad aumentare tasse e imposte ai napoletani.

La grande posta in gioco sui nostri beni pubblici

Uno dei motivi per cui fu votato il sindaco Gaetano Manfredi, al netto delle debolezze delle altre candidature alternative, è perché essendo uomo del “sistema” avrebbe portato i soldi a Napoli che furono con dolo sottratti e non dati all’amministrazione che ho avuto onore ed onere di guidare.

Effettivamente, insediatosi Manfredi è stato firmato il patto per Napoli e sono arrivati tanti soldi. Ma dove sono andati? E poi, sono state spese tutte le risorse che noi avevamo investito e programmato? Perché non si realizzano le opere che avevamo iniziato o che stavano per iniziare alla fine del nostro mandato, anche rallentate dalla pandemia del Covid? Il patto per Napoli è servito sinora ad aumentare tasse e imposte ai napoletani, perché servizi migliori non ci sono e la qualità della vita non è migliorata.

L’amministrazione Manfredi perde anche risorse sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che avevamo programmato, non termina lavori di cantieri importanti, non inizia opere pubbliche finanziate anche nell’ambito del piano strategico della città metropolitana. Avevamo finanziato il rifacimento di decine di strade di Napoli e se ne sono fatte pochissime. Avevamo investito risorse per il più grande piano mai attuato di riforestazione urbana per contrastare anche il cambiamento climatico e nulla ancora si vede. Per non parlare di scuole e trasporti sostenibili dove non si sa dove siano andati a finire i soldi impegnati.

Eppure, se da un lato riscontriamo una profonda lentezza nella gestione della cosa pubblica di interesse collettivo, l’amministrazione Manfredi e il sottobosco politico che lo sostiene, dall’altro lato sono molto celeri nel distruggere il patrimonio pubblico che anche avevamo ricostruito dopo il disastro della stagione del Pd con Enrico Cardillo assessore al bilancio, oggi “uomo ombra” di Manfredi.

Sotto sotto lavorano alla privatizzazione dei beni pubblici anche attraverso lo smantellamento della partecipata Napoli Servizi che “servirà” con un suo ramo d’azienda non più per i servizi pubblici ma per la svendita di pezzi del patrimonio collettivo della città. Diranno che serve per rispettare il patto per Napoli – rectius, pacco per Napoli – che porta la firma di Draghi e Manfredi: la coppia boomerang per i napoletani. Faranno passare anche lo smantellamento delle aziende pubbliche che avevamo salvato e rilanciato, con buona pace dei lavoratori e dei servizi. Di certo però sappiamo che il professore si è quadruplicato lo stipendio. E tutti stanno zitti e buoni.