La guerra commerciale spacca la maggioranza

Anche alla luce delle trattative flop di Meloni, Fratelli d'Italia continua a ripetere che la competenza è dell'Unione europea

La guerra commerciale spacca la maggioranza

La guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa fa scatenare anche un conflitto interno alla maggioranza. La Lega è convinta che bisogna procedere con trattative bilaterali, Forza Italia e Fratelli d’Italia insistono che la competenza appartiene all’intera Unione europea.

La Lega è convinta che bisogna procedere con trattative bilaterali

Sui dazi “ci sono due possibilità. La prima è avviare trattative bilaterali e provare così a mettersi in salvo”. Lo ha sostenuto, in una intervista a Repubblica, il senatore della Lega Claudio Borghi secondo cui il problema di Trump “è la concorrenza sleale della Germania, che nei confronti degli Usa ha uno sbilancio commerciale pari a 92 miliardi. Invade il suo mercato senza pagare dazio”. Quindi “non ci possiamo andare di mezzo anche noi per colpa della Germania”, ha rimarcato.

La seconda possibilità è che “Bruxelles può fare saltare le regole sull’austerità: se i Paesi potessero tornare a spendere il mercato interno assorbirebbe i prodotti che gli Usa non compra più”. In merito alla trattativa che la Ue vorrebbe portare avanti, “il commissario Sefcovic si è presentato da Trump con un libro alto così pieno di codicilli e note a piè di pagine. Le sembra un modo intelligente di trattare con Trump?”, sottolinea.

Fratelli d’Italia e Forza Italia frenano

“Ricordo che la competenza è comunitaria e non nazionale. Noi possiamo fare una politica commerciale, decidere quali prodotti esportare ma le regole sono frutto di accordi tra Ue e Usa”, ha frenato Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e vicepremier di Forza Italia.

“L’Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso. L’Italia farà la sua parte. Come sempre”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni in una nota in chiusura di una domenica caratterizzata da una ridda di critiche delle opposizioni al suo silenzio dopo la lettera con cui Donald Trump ha minacciato dazi al 30%.

“La discussione sui dazi è legittima ma credo sia un po’ anticipata e così come la pone la sinistra rischia di essere dannosa. Si potranno tirare le somme ed esprimere giudizi all’indomani del primo agosto. Tutto ciò che avviene ora, soprattutto se non c’è prudenza, rischia di danneggiare il negoziato. Giorgia Meloni sta svolgendo il suo ruolo alla luce del sole e non si è mai sottratta al confronto con il Parlamento. L’Italia non ha la titolarità per guidare la trattativa, di competenza esclusiva dell’Ue”, ricorda il fratello d’Italia Fabio Rampelli.