Fuori il primo. Gallia a processo con Abete. Bloccato il manager in corsa per la Cassa Depositi e Prestiti

Fuori il primo. Non ha fatto in tempo ad affacciarsi sull’uscio della Cassa Depositi e Prestiti che è finito a processo. Fabio Gallia, valente amministratore delegato e direttore generale della Bnl, dovrà rispondere di truffa davanti al Tribunale di Trani insieme al presidente dello stesso istituto, Luigi Abete e l’ex vice presidente Sergio Pietro Erede. La vicenda riguarda l’emissione da parte della banca di via Veneto di prodotti derivati rivelatisi poi costosissimi per i sottoscrittori. I tre banchieri erano stati citati a giudizio insieme ad altri 16 tra manager e funzionari della banca, ma per diverse posizioni si va verso l’archiviazione. L’accusa è di aver indotto tra il 2008 e il 2011 due funzionari locali della banca a far sottoscrivere al proprietario dell’azienda Malo di Corato un derivato speculativo senza che il cliente avesse un’esperienza di prodotti finanziari tale da evitargli la perdita di quasi 600mila euro. Il caso fu segnalato ai vertici della banca da Consob e Bankitalia, ma questi non avrebbero adottato tempestivamente alcun provvedimento, lasciando fare la filiale. Il processo comincerà il 4 dicembre prossimo. Per Gallia, da molti indicato come il possibile successore di Giovanni Gorno Tempini alla guida della Cassa Depositi e prestiti vengono così a mancare le stesse clausole di onorabilità che hanno indotto il Governo ad anticipare di un anno l’uscita dello stesso Gorno Tempini, sostituendolo con altro manager. Su questo avvicendamento – dato per imminentissimo – al momento resta però oscuro come sarà liquidato l’Ad uscente, se cioè lo Stato gli riconoscerà il ricco stipendio anche per la prossima annualità, nonostante il Tesoro sia costretto a cambiare dirigente proprio perché Gorno tempini è a sua volta coinvolto in altro processo penale sempre a Trani per una presunta truffa pluriaggravata e continuata risalente all’epoca in cui era dirigente di banca Intesa e Banca Caboto. Una posizione identica a quella assunta adesso da Gallia, insomma.