La Lega non molla su Macron. Tanto poi Salvini si rimette in riga

Ma provocazioni a parte, il vicepremier si è finora allineato alle decisioni di Meloni, dal riarmo ai target della Nato

La Lega non molla su Macron. Tanto poi Salvini si rimette in riga

La Lega non molla la presa su Macron. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Francia, Charles Kushner, è stato convocato dal ministero degli Esteri francese, dopo aver espresso critiche giudicate “inaccettabili” da Parigi sull’azione del presidente Emmanuel Macron contro l’antisemitismo.

In una lettera indirizzata all’Eliseo Kushner afferma di essere “profondamente preoccupato per la recrudescenza dell’antisemitismo in Francia e per l’insufficienza delle misure adottate dal governo per contrastarlo”.

Macron convoca l’ambasciatore americano, Salvini lo prende in giro

Ebbene, il vicepremier leghista e ministro, Matteo Salvini, coglie la palla al balzo. “Prima la reazione eccessiva alle semplici e rispettose opinioni di Matteo Salvini contro l’invio di soldati europei in Ucraina, ora l’attacco contro gli Stati Uniti a proposito di antisemitismo e la convocazione dell’ambasciatore. La situazione internazionale è molto delicata e richiede buonsenso e sangue freddo: confidiamo che tutti ritrovino la necessaria serenità, e che a Parigi evitino di investire altro tempo per convocare gli ambasciatori di mezzo mondo”, ha dichiarato il deputato della Lega Paolo Formentini, riferendosi alla convocazione recente dell’ambasciatrice italiana alla fine di una settimana di punzecchiature continue di Salvini contro Macron, accusato nella sostanza di essere un guerrafondaio per la sua volontà di voler mandare truppe in Ucraina.

Più tardi Salvini ha rilanciato. “Parigi prima convoca l’ambasciatore italiano, poi convoca l’ambasciatore americano… chi sarà il prossimo?!?”, ha scritto la Lega sui social.

FdI minimizza le tensioni diplomatiche con Parigi

Con la Lega “non siamo lo stesso partito”, nella coalizione “siamo tre partiti che sono perfettamente compatibili e con le proprie sensibilità, la sinistra che si sta strappando le vesti per le frasi di Salvini su Macron mi chiedo dov’era quando ministri francesi e di altre nazioni insultavano il premier Meloni, erano in silenzio oppure a strusciarsi le mani”, ha replicato il responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli.

“Io credo che l’episodio vada minimizzato”, ha detto, invece, il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli sulle tensioni diplomatiche con la Francia.

Le Monde: Meloni rimane in silenzio

“Due giorni dopo la convocazione dell’ambasciatrice d’Italia al Quai d’Orsay, il vicepresidente del Consiglio italiano ha raddoppiato le critiche contro il presidente francese, presentato come un pericoloso guerrafondaio nella vicenda ucraina”, ha scritto il quotidiano francese Le Monde.

“Il posizionamento di Salvini – scrive il quotidiano – mette in una situazione delicata la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, rimasta in silenzio sulla vicenda. Richiamando il ministro, che occupa uno spazio alla sua destra – ha spiegato il quotidiano – rischia di dare l’immagine di una coalizione divisa e di apparire disposta a difendere il presidente francese”.

Ma Salvini a oggi si è sempre allineato alle posizioni del governo, dal riarmo ai target Nato

Tornando a Salvini, val la pena ricordare che, di fatto, nonostante si proclami pacifista si è sempre allineato alle posizioni del governo che ha detto sì al piano di riarmo da 800 miliardi di Ursula von der Leyen, sì al target Nato sull’aumento delle spese militari al 5% del Pil.

E non pare si opponga alla proposta italiana che invoca per Kiev “un facsimile” dell’articolo 5 della Nato, quello che equipara un attacco all’Ucraina a un attacco contro un Paese dell’Alleanza. E quell’articolo vuole che ciascun membro debba reagire anche con la forza armata.

Palazzo Chigi, peraltro, già mette in conto di schierare i nostri militari in caso di tregua per le operazioni di sminamento. Come fa notare il deputato di Italia Viva Davide Faraone, secondo cui “sui soldati in Ucraina il governo gioca a nascondino, con la solita propaganda che camuffa la realtà”.

Senza considerare che Salvini, in qualità di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, farebbe bene ad occuparsi dei treni in cronico ritardo più che di geopolitica internazionale.