La Lega salva gli agenti pistoleri, sparare è legittimo pure per errore. Arriva la proposta di legge Tonelli e altri 21 deputati secondo cui i poliziotti non vanno puniti quando la colpa è lieve

Proposta di legge di Tonelli e altri 21 deputati del carroccio secondo cui i poliziotti non vanno puniti quando la colpa è lieve,

La Lega salva gli agenti pistoleri, sparare è legittimo pure per errore. Arriva la proposta di legge Tonelli e altri 21 deputati secondo cui i poliziotti non vanno puniti quando la colpa è lieve

Via libera ai pistoleri. Se un poliziotto spara per errore, purché l’errore non sia grave, non deve essere punito. A presentare una proposta di legge in tal senso è stato il leghista Gianni Tonelli, ispettore capo della Polizia di Stato, con 31 anni di servizio alle spalle, ed ex segretario del Sindacato Autonomo di Polizia.

IL PUNTO

Non è una novità la passione del Carroccio per le armi (leggi articolo). Lo stesso Matteo Salvini si è fatto fotografare fucile in pugno e la vicinanza del partito alla stessa lobby delle armi è argomento di cui si dibatte da tempo. Nota anche la posizione della Lega sulla legittima difesa, considerata sempre legittima, con posizioni che nel 2019 portarono a una legge che ha allargato le maglie su un fronte così delicato. Ma a quanto pare non basta.

Dopo il via libera al cittadino pistolero, i leghisti sembrano puntare anche alla tutela di agenti dal grilletto facile, giurando però che si tratta soltanto di una giusta protezione per chi opera in contesti difficili e rischia poi di finire in un inferno giudiziario. Un’iniziativa presa da Tonelli, già condannato nel 2018 ad una multa di 500 euro per diffamazione nei confronti della sorella e dei genitori di Stefano Cucchi.

Il poliziotto deputato ha presentato una proposta di legge, subito sostenuto da 21 colleghi leghisti, per modificare l’articolo 55 del codice penale, in materia di esclusione della punibilità per eccesso nell’uso legittimo delle armi, commesso con colpa lieve. Insomma se sparare a qualcuno è stato un errore, purché chi ha sparato non abbia commesso un errore troppo grande, secondo il Carroccio va graziato.

SENZA FRENI

Tonelli ha spiegato che gli agenti di pubblica sicurezza, “nell’esercizio delle loro funzioni svolte nell’interesse dei cittadini”, sono esposti a rischi significativi, in un contesto in cui l’intervento si pone “a tutela anche dei valori fondamentali della vita e dell’incolumità degli stessi cittadini”. E su questo non c’è il minimo dubbio. Qualche perplessità viene invece quando l’ex numero uno del Sap cerca di giustificare l’uso delle armi contro quegli stessi cittadini di cui gli agenti dovrebbero tutelare la vita.

Il parlamentare specifica che le modifiche introdotte agli articoli 52 e 55 del codice penale dalla legge N. 36 del 26 aprile 2019, varata dunque durante il Governo gialloverde, hanno garantito ai cittadini “ampi spazi di non punibilità” per quanto concerne la loro difesa da aggressioni domestiche. E per Tonelli la norma va estesa a chi indossa una divisa. Per il leghista ci vogliono “schermi di protezione” per gli operatori di polizia. Secondo gli esponenti del Carroccio, insomma, “in situazioni complesse come quelle che sono tenuti ad affrontare quotidianamente gli agenti in servizio, l’errore nella valutazione dei presupposti relativi all’uso dell’arma, o nella stessa esecuzione, si traduce in una contestazione per eccesso colposo, anche in relazione alla colpa lieve, specie con riferimento a concetti evanescenti, come quello dell’obiettiva percepibilità di una condizione di particolare vulnerabilità”.

E fanno addirittura il paragone con i medici, per cui è prevista una diversificazione delle responsabilità. Stessa cosa insomma far fuoco con una pistola in piazza e cercare con un bisturi di salvare una vita. Con la proposta di legge chiesto così di escludere la punibilità per un uso improprio delle armi “se il fatto è stato commesso con colpa lieve, per un errore nella valutazione dei presupposti operativi o per un errore esecutivo”. Basta dire che si è sbagliato appena un po’.