La Lega snobba Bossi: candidatura del passato

di Fausto Cirillo

La differenza tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi? Tra le tante caratteristiche umane e politiche che per vent’anni hanno diviso i due leader del centrodestra, una in particolare sta colorando con tinte decisamente diverse il loro rispettivo, lento tramonto dalla scena politica: se infatti il primo è costretto ad accettare obtorto collo le regole delle primarie per riproporsi (peraltro con scarso successo) alla guida del partito che ha fondato e diretto, il secondo ha invece deciso di rilanciare la sua vecchia Forza Italia anche proprio per tagliare di netto ogni sterile discussione sull’esistenza e sulla forza della sua leadership. Il Cavaliere ha l’orticaria ogni qualvolta sente parlare di primarie e non sarà certo la sorte dell’amico a fargli cambiare idea. D’altronde basta leggere le reazioni dei maggiorenti leghisti alla candidatura dell’Umberto nazionale per rendersi conto di come in via Bellerio stiano trattando questa sortita alla stregua di una notizia quasi folkloristica. Lo stesso presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha preferito non dare importanza alla cosa: «Non è una sorpresa, sapevo che l’avrebbe fatto» ha detto serafico ai giornalisti. «Immagino che ci saranno altri candidati, dovremo decidere se affidarci al passato o investire sul futuro. Bossi rappresenta la gloriosa storia della Lega». Insomma, bando alle inutili nostalgie. I militanti della Lega trattino pure con affetto quel nonno bizzarro ma intanto nessuno si sogni di affidargli ancora una volta le chiavi della cambusa. Il futuro non fa per lui. Maroni ha in testa ben altro per la sua successione: «Mi auguro che per il congresso della Lega ci sia il Renzi della Lega che io sosterrò». Ha anche aggiunto di aver apprezzato «l’idea di Alfano delle primarie del centrodestra: mi sembra un’ottima idea e abbiamo già il nostro candidato che è Flavio Tosi». In merito alle possibili alleanze il presidente ha infatti spiegato che «alle prossime elezioni penso che la Lega potrà ancora candidarsi con Forza Italia, o il Pdl o quello che sarà, a condizione che ci siano le primarie». Guarda caso sono proprie le stesse condizioni che in poche ore hanno posto al Cavaliere anche Alemanno e Meloni. Senza però tener conto che Berlusconi ha ancora la forza (e i voti) per continuare a fare di testa sua.