La Lega sopra al 10 per cento malgrado gli addii

Piazze e populismo pagano. La Lega nei sondaggi ha superato la soglia psicologica del 10%. Mentre cala la fiducia nella premier.

La Lega sopra al 10 per cento malgrado gli addii

Dalla lotta all’immigrazione illegale agli attacchi quotidiani a Bruxelles, dal nucleare al Ponte sullo Stretto fino alla tassa sulle banche: l’attivismo del leader della Lega – nonché vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti – Matteo Salvini, che tanto irrita i suoi alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia, sta dando i suoi frutti. Un sondaggio di Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, ci dice che la Lega ha superato la soglia psicologica del 10%, in buona parte grazie alla battaglia condotta sul terreno dell’immigrazione che già permise alla Lega di Salvini di raggiungere il 34,33% alle elezioni europee del 2019.

Piazze e populismo pagano. La Lega nei sondaggi ha superato la soglia psicologica del 10%. Mentre cala la fiducia nella premier

Attualmente Fratelli d’Italia “è al di sopra di quel 26% che prese l’anno scorso”, spiega Ghisleri, ma comunque l’indice di fiducia nei confronti della sua leader e premier, Giorgia Meloni, “è intorno al 37-38%, leggermente al di sotto rispetto ai valori registrati fino a marzo, perché da giugno in poi è iniziata una piccola contrazione”. Quando hanno cominciato a pesare le prime importanti ondate migratorie e il carovita. Tra circa un anno gli italiani sceglieranno gli oltre 70 parlamentari europei. Sarà un’elezione proporzionale con le preferenze, in cui, inevitabilmente, la lotta tra partiti, anche quelli alleati, sarà all’ultimo voto. La lotta, appunto, per Salvini è già iniziata.

Se Fratelli d’Italia vuole scongiurare il rischio che la Lega possa arrivare alle urne avendo già incassato un primo voto a favore dell’Autonomia, da Pontida è emersa tutta l’insofferenza per l’allungamento dei tempi di una legge chiesta da decenni e da mesi all’esame del Senato. Ma laddove si misura plasticamente tutta la distanza, e dove si sta giocando la competizione più dura, tra la Lega e i suoi alleati è l’Europa. “Il Governo sopraffatto dagli sbarchi si sta pericolosamente spaccando. Da una parte Meloni, che ieri urlava all’Europa ‘è finita la pacchia’, e oggi è costretta a implorare l’aiuto dell’Ue e a supplicare la presidente Ursula von der Leyen di accompagnarla a Lampedusa. Dall’altra Salvini, che si ritrova a Pontida con Marine Le Pen.

La verità è che Meloni e Salvini sono più impegnati a soffiarsi gli elettori a destra che a trovare risposte alle urgenze delle persone”, ha dichiarato il leader dei Cinque stelle, Giuseppe Conte. Come dargli torto, peraltro. Meloni ha bisogno del sostegno della presidente della Commissione non solo per l’emergenza migranti. Nonostante le critiche rivolte a Bruxelles e al commissario Paolo Gentiloni, l’Italia è in cerca di alleanze e sostegni per superare scogli importanti coma la riforma del Patto di stabilità (a cui è legata almeno in parte la sorte della Manovra per il 2024), la ratifica del Mes, le partite aperte sul fronte della concorrenza (dall’intesa Ita-Lufthansa al futuro di Tim).

Così come von der Leyen ha bisogno del supporto di Meloni nel Consiglio europeo per sperare di raggiungere la riconferma alla guida della Commissione per un secondo mandato. Salvini gioca invece un’altra partita e si butta ancora più a destra: punta su Le Pen e altre formazioni della destra sovranista europea nella speranza di raccogliere abbastanza voti per scardinare l’asse socialisti-popolari-liberali che costituisce da sempre il nocciolo duro della maggioranza all’Eurocamera.

Alla premier che implora l’aiuto di Onu e Ue il suo vice replica accusandola del caos migranti

Mentre Forza Italia chiede agli alleati di governo di liberarsi da alleanze europee che li collocheranno automaticamente fuori dalla maggioranza. Dopo aver definito fallimentare la gestione della premier del dossier migranti e aver puntato il dito contro Bruxelles che nulla a suo dire sta facendo – e “quando si è lasciati da soli bisogna attrezzarsi e difendersi con ogni mezzo democraticamente necessario, navi comprese evidentemente”, sono state le sue parole ieri – Salvini ha aperto un nuovo fronte contro l’Europa, accusando von der Leyen di non aver fatto nulla anche contro l’Austria, che continua a limitare il transito dei tir alla frontiera del Brennero per motivi ambientali, provocando code chilometriche e danneggiando le imprese italiane (ma anche quelle tedesche).

“Non si può pontificare a spese dell’Italia, cercando accoglienza e integrazione a Lampedusa, blindando il confine del Brennero. Questo governo porrà fine a questa vergogna”, ha detto il leader leghista facendo un riferimento proprio alla trasferta a Lampedusa di domenica, dove von der Leyen era accompagnata da Meloni. Salvini continua, poi, a battere il tasto sulla necessità del nucleare costringendo gli alleati ad andargli dietro. E prova a sfilare alla Meloni anche la paternità della tassa sugli extraprofitti delle banche, che fu lui ad annunciare al termine del Consiglio dei ministri che l’ha approvata. Per non parlare del Ponte sullo Stretto, con il leader leghista che dice di sognare in grande e su cui ha già messo il cappello.

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