La Lega sul caso Siri minaccia la crisi. Ma Di Maio tira dritto: “Conte interverrà e lui dovrà andarsene”

La Lega procede compatta nel difendere la permanenza al Governo del sottosegretario, Armando Siri

La Lega procede compatta nel difendere la permanenza al Governo del sottosegretario, Armando Siri, arrivando a minacciare che una sua rimozione, da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, farebbe venire meno la fiducia del partito di Matteo Salvini nei confronti del premier. Mentre il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio è ancora più granitico e annuncia che “Conte interverrà e lui dovrà andarsene”.

Il leader 5 Stelle ha anche chiesto alla Lega di chiarire perché Paolo Arata avrebbe scritto il programma sull’energia della Lega e per quale motivo sia stato proposto dal Carroccio alla guida dell’Autorità per l’Energia “che, per le inchieste – ha detto Di Maio – è il faccendiere di Vito Nicastri, vicino alla mafia. Credo che la Lega debba prendere le distanze da lui, visto che il figlio è stato assunto da Giorgetti”.

Messa così la crisi di Governo sembrerebbe scontata, ma è vero il contrario. Infatti le parole pronunciate dal ministro dell’Interno in difesa di Siri “Per me deve restare al suo posto”, unite a quelle di un altro big della Lega, il ministro dell’Agricoltura ed ex capogruppo del Carroccio al Senato nella scorsa legislatura, Gian Marco Centinaio, che ha detto “Prima di prendere una decisione del genere Conte dovrebbe almeno sentire il segretario della Lega, Matteo Salvini” fanno pensare che una rimozione del sottosegretario indagato sia impossibile se non si vuole far cadere l’Esecutivo.

Un’eventualità quest’ultima a cui non crede nessuno, benché Siri sia sempre più vicino a dire addio alla sua poltrona di Governo, visto che il Movimento 5 Stelle non può mollare su una questione di principio dirimente per i suoi valori costitutivi, visto che è arrivato a Palazzo Chigi al grido “fuori i corrotti”. E certo il paragone del caso Siri con quello della sindaca di Roma, Virginia Raggi, indagata anche lei, ma per un reato per cui la stessa Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione, non impensierisce nessuno nel Movimento 5 Stelle.

Ma è un altro l’elemento, che in molti nei palazzi romani considerano decisivo per la sopravvivenza del Governo Conte, se l’Esecutivo cadesse per la decisione del premier di rimuovere un indagato per corruzione, così assecondando i desiderata dei pentastellati, la Lega vedrebbe precipitare la sua credibilità come partito del cambiamento. Trasformandosi immediatamente in una di quelle vecchie formazioni politiche disposte a tutto pur di salvare i proprio uomini.

Se il partito di Salvini facesse questo, i Cinque Stelle avrebbero un doppio beneficio; diventare automaticamente e immediatamente l’unico movimento realmente innovativo che siede in Parlamento e, recupererebbe rapidamente popolarità e voti a meno di un mese dalle elezioni europee. Visto che fare una campagna elettorale dicendo “noi abbiamo mandato via un indagato per corruzione dal Governo e il nostro alleato ci ha puntato togliendo la fiducia all’Esecutivo” è quasi un sogno per qualsiasi spin doctor. Quindi, è solo questione di ore prima che Siri dica addio al Governo e probabilmente lo farà di sua spontanea iniziativa.