La Lega vuole demolire i campi rom. Ma accusa la Raggi che li chiude. La ruspa del Carroccio nella Capitale va fuori strada. Ad aprire i centri contestati sono state proprio le destre

Dopo anni in cui non è stato mosso un dito per risolvere le situazioni di emergenza che si sono venute a creare nei campi rom di Roma, un sistema bocciato pesantemente dalla stessa Unione europea, la Lega ieri ha ritenuto opportuno criticare chi qualcosa per voltare pagina la sta facendo, accusando la sindaca Virginia Raggi di essersi costruita uno spot elettorale sulla chiusura della struttura di via Salone. Neppure un fiato sull’annosa inerzia, bocche cucite sul sistema corruttivo emerso con l’inchiesta sul Mondo di Mezzo, ma tanto per cercare di dare una spallata all’esponente pentastellata l’invettiva ieri della consigliera regionale leghista Laura Corrotti. Quest’ultima però ha dimenticato un altro particolare, quello che quell’arcipelago di disperazione e illegalità si è formato proprio quando al Governo c’era il centrodestra e al Viminale il collega di partito Roberto Maroni, un aspetto che è stato così subito evidenziato da M5S.

A GAMBA TESA. Ieri mattina la Lega, già in campagna elettorale per le amministrative dell’anno prossimo a Roma e con il sogno di vedere il sole delle Alpi sventolare sul Campidoglio, ha eseguito un sopralluogo al campo rom di via di Salone, dove vivono circa cento famiglie. “Stiamo facendo dei sopralluoghi nei campi rom – ha spiegato la consigliera Corrotti – stiamo verificando come Raggi ha intenzione di sgomberare questi campi, dal momento che ci sembra possa essere una questione elettorale visto il voto imminente”.

Meglio dunque secondo i leghisti incrociare le braccia fino alle prossime elezioni, lasciando i romani alle prese con mille problemi. Una posizione singolare considerando che la stessa esponente del Carroccio ha anche specificato che nel campo c’è una situazione di degrado, sporcizia e mancato rispetto delle norme igienico sanitarie. “Dal territorio ci segnalano roghi tossici di notte provenienti da un terreno adiacente. Le persone che vivono qui chiedono di avere un lavoro e una casa”, ha detto. La responsabile del dipartimento politiche sociali della Lega Roma, Serena Mangogna, ha poi aggiunto che la priorità è mandare i bambini a scuola.

“I campi vanno chiusi – ha fatto eco Maurizio Politi, capogruppo della Lega in Campidoglio – va aiutato chi manda i figli a scuola e vuole lavorare e va perseguito chi vive di espedienti”. Peccato però che chi fa tutto questo, secondo lo stesso Carroccio, che in passato sosteneva addirittura che in quei campi voleva andare con la ruspa, venga tacciato di costruire spot elettorali. Il Movimento 5 Stelle Roma ha ricordato che il sistema dei campi nella capitale “è stato architettato proprio dalla Lega”.

“Era il maggio 2008 quando il leghista Roberto Maroni, allora ministro dell’interno – hanno evidenziato i pentastellati – firmò il decreto emergenza nomadi, con cui finanziò tramite 30 milioni di euro la costruzione dei campi nella capitale, la cui attuazione fu affidata all’allora sindaco Gianni Alemanno. In pratica oggi la Lega si scaglia contro lo stesso sistema che mise in piedi lei stessa nel 2008. Una madre che disconosce il proprio figlio poco dopo la sua nascita. Che tristezza’’. M5S ha poi aggiunto che l’Amministrazione Raggi sta intervenendo proprio per superare quel sistema messo in piedi dal Carroccio e chiudere “un capitolo così buio per la città”, essendo già stato pubblicato il bando per assegnare le attività di superamento del campo in via di Salone ed essendo stato già effettuato un primo censimento da parte della polizia locale. E il 2 dicembre gli assistenti sociali inizieranno una mappatura sociale e reddituale.