Qualche giorno fa è stato approvato il ddl femminicidio. Prima di entrare nei contenuti, Ada Lopreiato, senatrice del M5S, come valuta il fatto che sia stato approvato all’unanimità?
“È un segnale forte di unità da parte del Parlamento, che è, e dovrebbe sempre essere, la sede naturale del confronto politico, che invece in questa legislatura sembra essere un’eccezione da sottolineare in occasioni straordinarie. Il legislatore ha il compito di scrivere leggi utili ai cittadini e, su un tema così delicato e sensibile, è giusto che ci sia la partecipazione convinta di maggioranza e opposizione. Gli italiani se lo aspettano e da parte nostra questa volontà di collaborazione non è mai mancata. Potrei fare un elenco lunghissimo di proposte serie e concrete che abbiamo avanzato e che sono state ignorate o respinte – spesso senza alcuna motivazione logica. Si pensi all’esclusione dell’assurdo limite di 45 giorni alle intercettazioni almeno per i reati sulla violenza contro le donne: ho presentato l’emendamento svariate volte, stavolta ce l’abbiamo fatta. Con questo Ddl l’iter di esame è andato meglio, abbiamo riscritto insieme l’articolo 1, quello che introduce il nuovo reato e che così come era uscito da Palazzo Chigi, non andava affatto bene”.
Quali sono i punti rilevanti del provvedimento?
“Si introduce il nuovo reato di femminicidio che prevede la pena dell’ergastolo. Anche se la repressione è solo un tassello, nemmeno il più importante, per contrastare la violenza di genere. Si deve fare un lavoro enorme sulla prevenzione e sull’educazione, la maggioranza, soprattutto sull’aspetto educativo, dovrebbe fare molto di più. Che il governo Meloni abbia deciso finalmente di parlare di questo reato è un passo avanti per uno schieramento che negava persino l’esistenza del femminicidio. Poi il Ddl interviene su diversi punti del C.P.P., dando alla vittima nuove possibilità per far valere i suoi diritti e tutelarsi. Si amplia poi la possibilità degli arresti domiciliari o della custodia cautelare in carcere per il sospetto responsabile delle violenze”.
E quale il messaggio?
“La violenza contro le donne non sarà tollerata e sarà perseguita con la massima fermezza”.
Voi vi siete battuti per la deroga ai 45 giorni per le intercettazioni per i più gravi reati di violenza contro le donne.
“Non solo in questa legge, già nella discussione sul testo di Forza Italia che ha introdotto questo limite inconcepibile, pericolosissimo che azzoppa il lavoro della magistratura e fa un favore incredibile ai delinquenti, avevamo rivolto appelli accorati affinché si tenesse fuori almeno la violenza domestica e di genere, invece governo e maggioranza tirarono dritto senza vergognarsene. Ci abbiamo riprovato nei mesi successivi, adesso abbiamo ottenuto questa vittoria che non è nostra ma è di tutte le donne che in Italia vivono sotto minaccia e terrore”.
Questa legge basta da sola per combattere i reati contro le donne?
“Certamente questa legge non basta, il problema è innanzitutto culturale. Come dicevo prima, qui si parla per lo più di repressione, anche se la legge contiene misure utili anche per la prevenzione. Ma si può fare molto di più sulla stessa prevenzione e c’è un’autentica prateria su cui muoversi per educare le nuove generazioni, fin dai primi anni di scuola, a gestire in modo positivo le emozioni, i conflitti, lo stress, il rifiuto sentimentale, il rapporto con la sessualità, a sviluppare l’empatia. Le nostre proposte sono scritte, il confronto con gli esperti del settore da parte nostra è costante, ma da questo orecchio il centrodestra non ci sente, è ancora pervaso da chiusure ideologiche, stereotipate e oscurantiste”.