La mafia non è fuori dal… Comune. In sette mesi sciolti undici enti

Nel 2022 sono stati sciolti 22 Comuni per infiltrazioni della criminalità organizzata. Tra le amministrazioni commissariate anche Foggia.

La mafia non è fuori dal… Comune. In sette mesi sciolti undici enti

Lo sappiamo bene: quella delle infiltrazioni mafiose è una piaga che ormai coinvolge l’intero Stivale. Nel solo 2022, tanto per avere un dato, sono stati commissariati 22 comuni per infiltrazioni della criminalità organizzata. Un dato in linea con la media annuale di 12 comuni. Nel nostro Paese, infatti, nel caso in cui si ritenga che le decisioni di un ente locale siano influenzate da interessi criminali, il governo può commissariare l’ente.

Nel 2022 sono stati sciolti 22 Comuni per infiltrazioni della criminalità organizzata. Tra le amministrazioni commissariate anche Foggia

Il procedimento prende avvio con una commissione di indagine prefettizia e, nel caso si emergano elementi concreti, si conclude per decisione del ministero dell’Interno, oggi guidato da Matteo Piantedosi (nella foto), o del Consiglio dei ministri. Una volta adottata la decisione è con decreto del Presidente della Repubblica che vengono effettivamente sciolti gli organi politici del comune in questione. La gestione del comune passa dunque sotto la guida di una commissione straordinaria di tre componenti nominati dal ministro dell’Interno per un massimo di 18 mesi, prorogabili a 24.

C’è da dire, però, che i comuni possono essere commissariati anche per ragioni completamente diverse, perlopiù di natura politica. Come le dimissioni della metà più uno dei consiglieri, oppure la mancata approvazione del bilancio. In questo caso però viene nominato un unico commissario che ha il compito di gestire l’ordinaria amministrazione fino alle elezioni. Si tratta dunque di due tipi di commissariamento molto diversi, che come tali devono essere interpretati.

Dal 1991 in poi il Viminale è tenuto a redigere un report relativo ai commissariamenti, per cui oggi sappiamo che la media annua dei commissariamenti si aggira intorno alle 12 unità, anche se il dato annuale ha subito variazioni considerevoli, da un massimo di 34 commissariamenti nel 1993 a un minimo di tre solo pochi anni più tardi, nel 1995. Ma passiamo a considerare l’ultimo anno preso in esame dal ministero, ovvero il 2022. Nel corso dell’anno sono stati 36 gli enti che, almeno per un periodo, sono stati sottoposti a una gestione commissariale. Come abbiamo visto 11 sono stati sottoposti a questo provvedimento proprio nel corso del 2022, mentre gli altri 25 derivano da commissariamenti adottati negli anni precedenti.

Calabria, Campania e Sicilia le Regioni più colpite

A essere particolarmente esposte risultano la Calabria, con 11 comuni commissariati, la Campania (8), la Sicilia e la Puglia (entrambe 7). Ma anche 2 comuni del Lazio hanno seguito questo stesso percorso (Anzio e Nettuno) e 1 della Valle d’Aosta (Saint-Pierre). Come si può notare dunque il fenomeno riguarda principalmente regioni del mezzogiorno, anche se non solo. Negli scorsi anni in effetti i commissariamenti hanno riguardato anche altre regioni settentrionali come il Piemonte, la Lombardia, la Liguria e l’Emilia-Romagna. Nella maggior parte dei casi si tratta di comuni piccoli, sotto i 10mila abitanti (18), tra cui Cosoleto di soli 916 abitanti. Quindici invece i comuni sotto i 50mila abitanti e 3 quelli più grandi. Si tratta di due realtà campane (Castellammare di Stabia e Marano di Napoli) nonché di una grande città capoluogo di provincia, ovvero Foggia.

Dal 1991 al 2023 sono stati sciolti 372 Consigli municipali a cui si aggiungono anche sette aziende ospedaliere

Emblematico, però, è anche calcolare il numero complessivo. Dal 1991 al 2023 sono stati sciolti 372 Consigli comunali per infiltrazioni, di cui 25 annullati a seguito di ricorso (dati aggiornati al 23 giugno 2023). A questi si aggiungono 7 aziende ospedaliere. Anche in questo caso il primato spetta alla Calabria (con 127 Comuni), seguita dalla Campania (114), Sicilia (91) e Puglia (25). Ma, come detto, non mancano Regioni del Nord. Segno inequivocabile che ormai sia un fenomeno tutto italiano.