La maledizione di Lady Asl colpisce Celotto

La maledizione di Lady Asl non ha fine. Ora per Mario Celotto, 68 anni, ex direttore  amministrativo dell’azienda sanitaria locale, arriva un maxisequestro in quanto “persona socialmente pericolosa”. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, infatti, hanno eseguito un decreto di sequestro  anticipato dei beni emesso dal Tribunale di Roma-Sezione Misure di  Prevenzione, nei confronti di  su richiesta della Procura della Repubblica  di Roma. Il procedimento di prevenzione e’ stato avviato su proposta del Nucleo Investigativo di via in Selci, sulla base dell’accertata pericolosità di Celotto, derivante da due sentenze di condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione e a 8 anni e 2 mesi di reclusione, inflittegli dalla Corte di Appello di Roma nel 2011 e dal Tribunale di Roma nel 2012, per numerosi delitti di truffa aggravata, peculato, falso ideologico ed altro, commessi in danno delle Asl RmB e RmC, dove Celotto ricopriva incarichi dirigenziali fino al suo arresto, eseguito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo nel 2005.

Celotto era emerso nell’ambito dell’indagine sulla Sanità nel Lazio, sviluppata negli anni 2005-2009 dai carabinieri di via in Selci, nota alle cronache come indagine su Lady Asl. Celotto era funzionario di riferimento all’interno delle Asl RmB e RmC. L’indagine fece emergere un diffuso sistema di corruttele e truffe in danno del Servizio Sanitario Regionale e che porto’ all’arresto di numerose persone, tra pubblici dipendenti e imprenditori attivi nella campo della Sanità e che consenti’ il sequestro e la restituzione alle casse della Regione di decine di milioni di euro, indebitamente sottratti con varie metodologie illecite. Il sequestro beni applicato a Celotto ha colpito tre abitazioni con relative pertinenze e un negozio a Roma, una villetta a Palau, per un valore complessivo stimato di circa 3 milioni di euro, beni il cui  possesso da parte della famiglia Celotto è risultato sproporzionato  rispetto al reddito dichiarato.