La Manovra del nulla. Fiumi di inchiostro e bava per celebrare Meloni

Da Libero al Tempo, stampa amica sdraiata. Ma per la Manovra del governo Meloni esultano pure i giornali mainstream.

La Manovra del nulla. Fiumi di inchiostro e bava per celebrare Meloni

Fatta eccezione per un pugno di giornali, tra cui inseriamo ovviamente anche il nostro, la Manovra di Giorgia – come l’ha chiamata il Giornale – è stata raccontata con toni entusiastici dalla stampa di casa nostra. Con fiumi di commenti trionfalistici per raccontare una legge di Bilancio che come recita Il Tempo è tutta “meno tasse e più famiglie”. Non sono tanto i titoli in prima pagina a colpire per parzialità quanto gli editoriali.

Da Libero al Tempo, stampa amica sdraiata. Ma per la Manovra del governo Meloni esultano pure i giornali mainstream

Sul Messaggero Angelo De Mattia parla dei principi terapeutici della legge di Bilancio. “Anche la prudenza e il realismo con i quali la si qualifica non sono solo un mero cappello seguito da scelte incoerenti”, premette. E spiega che la proposta di bilancio, con la previsione tra le altre cose di una spending review del 5 per cento sulla spesa dei ministeri, “risponde ai principi terapeutici sia del ‘Primum non nocere’ sia del ‘Lenire dolorem’, cosa non sempre storicamente rispettata dalle leggi di bilancio”.

Si vola altissimo poi passando ai quotidiani che fanno da megafono alla propaganda dei partiti di governo. Osvaldo De Paolini sul Giornale parla di doppia staffilata che il premier Meloni ha sferrato all’indirizzo di quanti, politici e sindacalisti, in queste settimane avevano seminato “fandonie su fantomatici tagli alla sanità”. E fa riferimento ai tre miliardi destinati all’abbattimento delle liste d’attesa. Cosa peraltro non vera dal momento che di questi tre miliardi oltre due vanno al rinnovo dei contratti del personale sanitario e solo il resto alla riduzione delle liste d’attesa. Ma il Giornale, a fronte di un governo che sta smantellando il nostro Welfare con l’attacco al Reddito di cittadinanza e che nulla fa sul fronte del sostegno ai salari e del carovita, mentre priva gli extracomunitari della sanità pubblica, ha il coraggio di affermare che Meloni è una sorta di paladina degli ultimi.

Benché si stia smantellando il Welfare per il Giornale si sta dando voce agli invisibili

Il Welfare della Meloni – dice il Giornale – “si rivolge a chi non ha garanzie e che lo stato sociale tende a non vedere o a non riconoscere come soggetti deboli”. “Pd e M5S sparano a salve sulla sanità. Niente tagli e fondi per liste d’attesa”, titola La Verità che celebra anche la vittoria di Salvini che ha incassato il Ponte sullo Stretto. E vanta come chissà quale stanziamento il miliardo in più per famiglie e natalità. Libero non solo si guarda bene dal mettere il dito sulla piaga delle promesse tradite, vedi il mancato superamento della Fornero in materia pensionistica, al contrario sostiene che nonostante le ristrettezze imposte dalla congiuntura la premier è riuscita a disegnare “un provvedimento identitario in linea con le sue idee e col programma di governo”. A suo dire, infatti, assieme alla fasce di reddito più deboli gli interventi si concentrano sul ruolo delle forze dell’ordine e sul piano per incentivare la natalità.

Per Il Tempo la finanziaria varata dal governo Meloni è “un miracolo di equilibrismo”

Per Il Tempo poi la Manovra del governo Meloni è “un miracolo di equilibrismo”. Il Governo – dice – “sta tentando di mettere le basi del Paese di domani. Nonostante le esigue risorse ha ridotto le tasse, aiutato le famiglie, avviato le infrastrutture, ridotto il canone e molto altro. È solo l’inizio. Chi non vuol vederlo segua la fiera dell’ipocrisia. Arruolandosi tra gli idioti”. Noi dunque che l’abbiamo bollata come una Manovra insignificante e priva di visione saremmo degli idioti. Fa specie anche il tono trionfalistico utilizzato da Avvenire. In un editoriale a firma di Eugenio Fatigante la manovra “lungi dall’essere un disastro” presenta “aspetti degni di nota che non possono essere taciuti”.

Dalle misure di riduzione fiscale che la caratterizzano “come una Manovra a favore dei redditi bassi” a quelle per la famiglia. Dalla volontà di incidere sulle spese dei ministeri fino alla stretta sulle norme sulle uscite pensionistiche, considerata quest’ultima come un segnale di serietà. Più asettico il racconto che ne fanno il Corriere della sera e La Stampa che però non mancano di titolare il primo: “Ecco la manovra da 24 miliardi. Meloni: è seria e realistica”, e il secondo: “Fisco e famiglie: 14 miliardi ai ceti deboli”. Su cui ci sarebbe da discutere.

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