La marcia padana su Roma. Salvini può sognare un leghista in Campidoglio. Becchi: “Il Governo non corre pericoli”

Per il professor Becchi dopo la conquista del Nord il Carroccio punta alla Capitale

L’alleanza di Governo non è a rischio, ma certo è che le dichiarazioni di ieri di Matteo Salvini contro Virginia Raggi toccano un nervo scoperto all’interno dei Cinque stelle. Il che non sarebbe assolutamente un caso, secondo il filosofo ed ex ideologo del Movimento 5 stelle Paolo Becchi: “Una dialettica interna ci può stare. Salvini non sta attaccando un membro del Governo, ma un sindaco che, ahimè, non è proprio il fiore all’occhiello dei 5 Stelle”.

Dunque nessun colpo basso?
“Il discorso è diverso”.

In che senso?
“Salvini ha una strategia in testa molto chiara e punta sulle situazioni più fragili per raggiungere il massimo risultato. Pensi al Nord: dopo le ultime elezioni in Trentino, Salvini ha conquistato tutto il Nord, a parte il Piemonte. Ora è chiaro che punterà alla Toscana e, nelle previsioni, se ci dovessero essere delle elezioni anticipate a Roma, punterà anche alla Capitale”.

Una precisa strategia politica, dunque?
“Esattamente. La Lega potrebbe puntare a fare il pienone: alleata con i rimasugli del Centrodestra, ma con un ruolo di primo attore, potrebbe ambire a mettere un sindaco leghista al Campidoglio. E questo metterebbe in difficoltà il Movimento che sarebbe costretto a valutare se giocarsi o meno la pedina di Di Battista per non perdere”.

Rischiando di bruciarlo.
“Non solo. Rischierebbero di bruciare anche una sua eventuale candidatura nel caso di un fallimento di Di Maio”.

C’è questo rischio?
“Mentre Salvini controlla in maniera totale la Lega, Di Maio non riesce a tenere i suoi, lo si è già visto. Dobbiamo constatare che c’è una Lega molto forte e che ha un’unità granitica e dall’altra parte un Movimento che decresce. In ogni caso, è attraversato da conflitti e lacerazioni che potrebbero esplodere”.

Cosa manca alla Lega in questa strategia?
“Sono convinto che Salvini riuscirà nell’impresa di trasformare la Lega in partito nazionale. Quel che ancora manca è la creazione di un gruppo dirigente locale. Potrebbe essere utile inizialmente inviare un commissario esterno perché non sono realtà ben conosciute dalla Lega, ma quello che manca è un gruppo dirigente sul territorio al Sud”.

Anche a Roma. A riguardo pensa che la candidata leghista possa essere Giorgia Meloni?
“Si è possibile. Dipenderà, credo, se la Lega riuscirà a trovare un suo candidato all’altezza della situazione, altrimenti si potrebbe puntare sulla Meloni. Cosa che consentirà al partito di Salvini di inglobare definitivamente Fratelli d’Italia”.

E il Movimento? Crede abbia una strategia in questo momento?
“Questa è la domanda forse più intrigante. Io sono dell’idea che la Lega andrà avanti perché Salvini ha un minimo di visione, magari confusa ma comunque politica”.

E il Movimento?
“Non ce l’ha. Non ce l’ha più. L’ispiratore, colui che dettava la visione strategica del Movimento era Gianroberto Casaleggio. Non hanno di fatto alcuna elaborazione ideologica né post-ideologica. Vivono alla giornata”.

E Grillo?
“Grillo ormai si è fatto da parte, lo utilizzano per fare qualche spettacolo. Gli fanno fare qualche spettacolino e lui è contento”.