La Meloni scambia il Primo Maggio per la festa del governo. E rifila un bidone ai lavoratori: contratti sempre più precari e addio al Reddito di cittadinanza per due spicci in busta paga

Meloni presenta il nuovo decreto puntando sull'immagine e la pubblicità dello stesso. Piogge di critiche da parte dei sindacati.

La Meloni scambia il Primo Maggio per la festa del governo. E rifila un bidone ai lavoratori: contratti sempre più precari e addio al Reddito di cittadinanza per due spicci in busta paga

Il premier Giorgia Meloni in pompa magna ha annunciato oggi, nel giorno della Festa dei lavoratori, il nuovo decreto lavoro. Ma si tratta, a giudicare dai contenuti del provvedimento e dalle critiche che ha suscitato, di tanto fumo e niente arrosto.

La Meloni scambia il Primo Maggio per la festa del governo

Il Consiglio dei ministri convocato per il Primo Maggio “per tagliare il costo del lavoro”, vuole essere “un segnale”, “mi sarei aspettata un bravi”. È quanto ha detto, ieri sera, il premier Giorgia Meloni, al termine del vertice con i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sul decreto lavoro. Così è stato: più una festa del governo che a favore dei lavoratori.

Come da stile del governo del centrodestra è arrivato un video della premier per annunciare il nuovo decreto:  “Nel giorno della festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati,  il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro”. Sul sito del governo si leggono nel dettagli tutti i punti in modo approfondito e completo.

Contratti sempre più precari e addio al Reddito di cittadinanza per due spicci in busta paga

I tanti attesi più soldi in busta paga sono arrivati ed è stato lo stesso Matteo Salvini ad annunciare la nuova misura. Il vicepremier su Twitter ha scritto: “Aumenti dagli 80 ai 100 euro mensili in busta paga fino a dicembre. Dalla sinistra e dai sindacati del NO le solite polemiche e i soliti cortei (con fantocci, insulti e bandiere bruciate), dalla Lega e dal centrodestra al governo taglio di tasse e aumento degli stipendi per milioni di lavoratrici e lavoratori”.

Il reddito di Cittadinanza è stato messo da parte. “L’assegno di inclusione interesserà i fragili e quindi i nuclei familiari con over60, componenti con disabilità o minorenni”, ha spiegato la ministra Calderone. “Poi è prevista un’altra misura che è di attivazione al lavoro, un percorso per il lavoro in cui l’elemento importante è che chi vuole intraprendere questo percorso deve manifestare la sua volontà dando una manifestazione di attivazione. Chi sarà inserito nei percorsi di formazione avrà un sostegno per la durata del percorso oppure c’è una possibilità anche di fare il servizio civile sostitutivo”.

Inoltre, è stato istituito un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative. “Si prevedono, tra l’altro: l’obbligo per i datori di lavoro di nominare il medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi; l’estensione ai lavoratori autonomi di alcune misure di tutela previste nei cantieri; l’obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza. Si introducono, inoltre, disposizioni in materia di condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell’attività ispettiva e di vigilanza nella Regione siciliana e nelle province autonome di Trento e di Bolzano“.

“Investiamo sui lavoratori e le famiglie. Abbassiamo le tasse fino a 7 punti per i redditi più bassi: è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere. Entrano in vigore anche ulteriori benefici per i lavoratori che hanno figli. Continuiamo sulla strada responsabile della crescita concentrandoci sulle emergenze sociali”. Lo afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in una nota del Mef sul decreto. “Circa 4 miliardi vengono destinati, nel periodo compreso tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2023 (senza ulteriori effetti sulla tredicesima), all’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio”. Lo fa sapere il ministero dell’Economia in una nota.

Le critiche sono arrivate dai sindaci con la Cgil che annuncia battaglia: “I provvedimenti decisi dal governo non vanno nella direzione da noi richiesta. Noi continueremo a la mobilitazione unitaria e, se non avremo risposte, siamo pronti tutti insieme a continuare la mobilitazione fino a quando non avremo ottenuto i risultati di cui abbiamo bisogno. Per noi la Costituzione non è solo da celebrare per i 75 anni, è il riferimento per cambiare il Paese e fare le riforme. E non permetteremo a nessuno di cambiarla”, ha il segretario generale, Maurizio Landini, concludendo dal palco la manifestazione del primo maggio: “Continueremo fino alla vittoria. Non hanno vinto e non vinceranno”.