Anziché risolversi, la guerra in Ucraina sembra aggravarsi di ora in ora. Infatti, il recente sconfinamento di droni russi sui cieli della Polonia e poi su quelli della Romania rischia di far precipitare la situazione, come si evince dalle parole del governo di Varsavia che, dopo aver schierato 40mila soldati al confine, ha rilasciato nuove e preoccupanti dichiarazioni. Come affermato al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) dal ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, è tempo che l’intero Occidente ragioni in merito alla possibile introduzione di una no-fly zone sopra l’Ucraina.
“Abbiamo già discusso di questa idea un anno fa, quando Joe Biden era ancora presidente degli Stati Uniti. Tecnicamente, noi, come Nato e come Ue, saremmo in grado di farlo, ma non è una decisione che la Polonia possa prendere da sola, bensì solo insieme ai suoi alleati”, ha spiegato il ministro di Varsavia. Sikorski ha poi aggiunto che, se si realizzasse la no-fly zone e “se l’Ucraina ci chiedesse di abbattere i droni russi sopra il suo territorio, farlo sarebbe vantaggioso per tutti noi. Se volete la mia opinione personale, allora credo che dovremmo pensarci”.
La Polonia propone una no-fly zone sull’Ucraina. Ira di Mosca: “Così sarà guerra diretta con la Nato”
Dichiarazioni duramente criticate da Mosca, con il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev che ha immediatamente replicato: “Permettere ai Paesi della Nato di abbattere i droni russi sull’Ucraina significa dichiarare guerra tra l’Alleanza e la Russia”. “Seriamente, l’attuazione dell’idea provocatoria di Kiev e di altri idioti di creare una ‘no-fly zone sull’Ucraina’ e consentire ai Paesi della Nato di abbattere i nostri droni significherà solo una cosa: la guerra della Nato contro la Russia”, ha scritto il fedelissimo di Vladimir Putin sul suo canale Telegram.
Ancor più netto il portavoce dello zar, Dmitri Peskov, secondo cui la situazione è ben più grave perché “la Nato è di fatto coinvolta” nel conflitto russo-ucraino per il sostegno dei Paesi occidentali all’Ucraina, aggiungendo che è talmente “ovvio che le cose stiano così che è perfino inutile richiedere o fornire ulteriori prove” del coinvolgimento del Patto Atlantico.
La pace scomparsa dai radar
Davanti a queste crescenti – e spaventose – tensioni, a muoversi dovrebbe essere la diplomazia. Peccato che quest’ultima sia in stallo da tempo e nulla faccia presagire che le cose possano cambiare nel breve periodo, come spiegato dallo stesso Peskov, secondo cui un vertice sull’Ucraina sarebbe inutile “se avvenisse senza una preparazione adeguata”. Il problema, a suo dire, è che al momento “non c’è la disponibilità a farlo, né da parte del regime di Kiev né da parte degli europei”, mentre “la Russia rimane aperta e pronta al dialogo”.
Il Trump show
Un dialogo che, purtroppo, appare impantanato. Come spiegato – con dichiarazioni che hanno alimentato un forte dibattito politico – dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il problema principale è “l’odio tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che è imperscrutabile”, al punto che “sono incapaci di parlarsi”. Proprio per questo ha aggiunto che “probabilmente dovrò convincerli a incontrarsi”, ignorando che il leader ucraino si è detto più volte disponibile a partecipare a un faccia a faccia con lo zar, mentre Putin ha glissato, ricordando che, a suo dire, Zelensky è un leader illegittimo.
Trump ha poi allargato il discorso alle sanzioni europee contro la Russia, affermando che “l’Europa sta comprando petrolio dalla Russia. Non voglio che continuino a farlo” e che “le sanzioni che stanno imponendo non sono abbastanza severe, io sono disposto a imporre sanzioni, ma dovranno inasprirle in modo proporzionale a quello che io sto facendo”.
A rispondere al tycoon è stato il portavoce della Commissione europea per il Commercio, Olof Gill, secondo cui “la nostra valutazione è che i pacchetti di sanzioni che abbiamo presentato stanno funzionando. Le evidenze economiche mostrano che queste sanzioni hanno un impatto sull’economia russa, e questo è esattamente il loro obiettivo”. Peccato che subito dopo, di fatto accogliendo “l’invito” di Trump, abbia aggiunto che “tuttavia, come ha detto la nostra presidente Ursula von der Leyen la settimana scorsa, possiamo e dobbiamo fare di più. Ecco perché presenteremo presto un nuovo pacchetto, che includerà misure ancora più incisive per colpire l’economia russa nei punti più vulnerabili”.