La Raggi all’ultimo stadio. Ora Grillo si gioca la carta del popolo. Ma intanto la riunione di oggi era top secret

Lo stadio non si farà. Anzi sì. Forse. Decide il “popolo”. Idee confuse dei 5 Stelle sulla fattibilità del progetto relativo allo stadio della Roma

Lo stadio non si farà. Anzi sì. Forse. Decide il “popolo”. Più passano i giorni e più pare che il Movimento 5 Stelle abbia le idee piuttosto confuse sulla fattibilità del progetto relativo allo stadio della Roma. Ieri, dopo l’ok dato dalla giunta di Virginia Raggi e la conseguente uscita dal Campidoglio di Paolo Berdini, a parlare è stato Beppe Grillo. Il garante del Movimento, infatti, ieri è sceso a Roma anche per affrontare la grana capitolina. Inevitabile dopo mesi di gelo e incontri mancati. Finalmente, invece, c’è stato l’atteso faccia a faccia tra Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Virginia Raggi organizzato per sbrogliare la matassa che ormai da settimane tiene in ostaggio la maggioranza cinquestelle. Una riunione dalla quale sono stati esclusi il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e il capogruppo Paolo Ferrara, fra i più ostili alla costruzione del mega complesso sportivo alla periferia sud della Capitale, malgrado in principio fosse stato concordato diversamente. A partecipare è stato invece Rocco Casalino, convocato per individuare una linea comunicativa che scongiuri la polifonia emersa nelle ultime settimane fra favorevoli e contrari al progetto (la gran parte dei consiglieri).

Porte chiuse – Obiettivo del garante del Movimento: evitare la spaccatura degli eletti grillini e dare via libera all’edificazione nell’area di Tor di Valle. “Se lo faremo – ha detto ieri Grillo – lo stadio sarà fatto con criteri innovativi e in modo condiviso: prima sentiremo la popolazione interessata dal progetto e con loro potremo costruire una cosa straordinaria”. Perché non si tratta di “dare indicazioni”, ha proseguito il capo del Movimento, “e comunque se si dovesse fare lo stadio con le strutture vicino, sarà fatto con i criteri mai visti qui. Se ne dovrà occupare un costruttore, non un palazzinaro”, taglia corto il garante del Movimento. “È tutto in discussione”. Come pure la partita per il successore di Paolo Berdini all’Urbanistica: “Lo stiamo individuando”, dice Grillo.

Cittadini a favore – L’unica cosa certa, a quanto pare, è che il Movimento romano si sta sfaldando con la questione stadio. Perché se gli ortodossi non vogliono cedere, è Grillo per primo a far capire che lo stadio vuole si faccia. “Si pensa al diritto all’ambiente e alla salute, – ha detto sempre ieri – il posto ha dei problemi come ubicazione, per la composizione e per il suolo, per l’idrogeologia. Ci sono problemi, però risolveremo. Sarà la soluzione migliore per i cittadini e per il luogo”. Come dire: a prescindere dalle difficoltà, lo stadio s’ha da fare. E pare sia una scelta condivisa dalla cittadinanza romana. Un sondaggio condotto da uno dei principali operatori di indagini di mercato, Lorien Consulting per analizzare la percezione degli abitanti della capitale nei confronti del progetto parla chiaro: il 61% dei romani vuoole lo stadio.