La Raggi può anche sbagliare. Ma gli elettori non mollano. Il gradimento per la sindaca è al 45%

Nemmeno il parziale immobilismo nella gestione di Roma ha scalfito, nelle ultime settimane, il gradimento per Virginia Raggi

Nemmeno il parziale immobilismo nella gestione di Roma ha scalfito, nelle ultime settimane, il gradimento degli italiani nei confronti del Movimento 5 Stelle (M5S). Se non in misura minima. Due/tre punti percentuali al massimo a seconda dei diversi istituti di sondaggi, rispetto ai fasti del recente passato. Quando, subito dopo le comunali del giugno scorso, i pentastellati avevano toccato il picco del 32%, attestandosi come la prima forza politica in Italia davanti al Partito democratico (Pd). Venerdì inoltre, su La Stampa, un sondaggio dell’Istituto Piepoli focalizzato sulle figure di Chiara Appendino e Virginia Raggi, ha rilevato come la fiducia nella sindaca di Torino sia di gran lunga superiore a quella della prima cittadina della Capitale: 64% contro 45%. C’è un però: “I punteggi di Raggi in genere risultano più alti di un normale sindaco dopo i primi tradizionali cento giorni di luna di miele”, scrive Piepoli. Come a dire: malgrado tutto, le cose non vanno poi così male.  

ANDIRIVIENI – Cosa sta succedendo, quindi? “Nonostante i problemi avuti fin qui dalla giunta Raggi, il Movimento 5 Stelle non ha registrato un significativo crollo nei sondaggi a livello nazionale”, spiega a La Notizia il direttore di Ipr Marketing, Antonio Noto. “Il consenso nei grillini è calato di uno o due punti fra luglio e settembre ma poi è rimasto sostanzialmente invariato al 27/28%, a soli due punti di distacco dal Pd”. Nemmeno le questioni interne alla galassia romana, che hanno coinvolto direttamente anche il direttorio nazionale – in primis il vicepresidente della Camera e probabile futuro candidato premier del Movimento, Luigi Di Maio – sembrano perciò aver intaccato la fiducia nel Movimento. Per non parlare dell’affaire Olimpiadi. “Anche se alla fine non sono circoscrivibili solo alla città di Roma, gli italiani non hanno considerato i giochi del 2024 come qualcosa di indispensabile per il Paese, quindi anche in questo caso non c’è stato un rapporto di causa-effetto”. Anche se, conclude il sondaggista, “quello del M5S è un elettorato fluido e poco fidelizzato, che può mutare di settimana in settimana lasciando però costanti le percentuali a favore dei pentastellati”. 

LUNGO RAGGIO – Certo, a ben guardare non sono proprio tutte rose e fiori. “Secondo le nostre rilevazioni, i 5 Stelle si attestano oggi al 26/27%, in calo di circa tre punti percentuali”, dice Carlo Buttaroni, presidente dell’istituto Tecnè. Il trend, aggiunge Buttaroni, è in rosso non solo in termini numerici: “Il vero problema, infatti, è la perdita di intensità di fiducia, non solo la sua quantità”. Le dimissioni dell’ex super-assessore al Bilancio e alle Partecipate Marcello Minenna e del capo di gabinetto Carla Romana Raineri, la defenestrazione di Raffaele De Dominicis (dapprima scelto come successore di Minenna e poi subito rimosso), l’indagine a carico della titolare dell’Ambiente Paola Muraro tenuta nascosta e le polemiche intorno alla figura dell’ex vice-capo di gabinetto Raffaele Marra “hanno scalfito l’immagine e la credibilità del movimento, soprattutto per quel che riguarda la tanto sbandierata trasparenza – prosegue Buttaroni –. Indubbiamente quello che succede a Roma ha una valenza amplificata rispetto a ciò che accade nelle altre città”. Insomma, “adesso il M5S dovrà ricostruire la propria immagine, ma non è detto che questo basti: gli effetti di certi accadimenti possono manifestarsi anche sul lungo raggio”, conclude il numero uno di Tecnè.

Twitter: @GiorgioVelardi