La Russa, Stanzione, Giacomelli al gran ballo delle Authority. Ecco chi corre per Agcom e Privacy. I 5 stelle ragionano su otto nomi. Tra i favoriti il giudice Corasaniti, Scorza e Palmirani

Dopo un ritardo di un anno, il “giorno dei giorni” è stato fissato: il prossimo 14 luglio Camera e Senato eleggeranno i nuovi membri di due tra le Autorità più importanti del nostro Paese: da una parte l’AgCom e dall’altra il Garante per la Privacy. Un totale di nove membri (cinque nel primo caso, quattro nel secondo) che dovranno monitorare e garantire il rispetto del pluralismo e della sfera personale in una società iperconnessa. Sarebbe, peraltro, il caso di dire: finalmente. In realtà, infatti, le due authority sono in regime di proroga praticamente da un anno.

I componenti del Collegio di Agcom e Privacy sono “scaduti” a luglio 2019: una serie di proroghe ha permesso alle Autorità di continuare l’attività. L’ultima nel decreto Cura Italia dove erano previste, manco a farlo apposta, “Misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del Garante per la protezione dei dati personali”. Basta questo per capire quanto sentita sia questa elezione e con che spirito si sta arrivando alla fatidica data del 14 luglio.

ALTO PROFILO PER I 5S. I nomi in lizza, d’altronde, sono tanti. Basti pensare ai Cinque stelle. La lista su cui i grillini saranno chiamati con riunioni interne a confrontarsi, secondo quanto risulta a La Notizia, contiene otto nomi, quattro per parte. All’AgCom il nome forte potrebbe essere quello di Giuseppe Corasaniti, magistrato specializzato sul diritto di internet e su quello della privacy. A contendersi, però, la scelta ci sono anche Giuseppe Attardi, docente dell’Università di Pisa che già arrivò a un passo dalla nomina nel 2013; Elisa Giomi, professoressa associata in Sociologia della comunicazione e dei processi culturali presso l’Università di Roma Tre, che peraltro nelle prime votazioni interne al Movimento ha preso più voti degli altri “competitor”; e infine c’è l’avvocato Marco Scialdone.

Su quest’ultimo, nonostante sia un legale esperto di comunicazione, si sarebbero però levati mugugni interni per il suo rapporto con il sottosegretario allo Sviluppo economico, Mirella Liuzzi, che non a caso ha voluto il dottor Scialdone al MiSe nel team di esperti per Intelligenze Artificiale e blockchain. Nonostante la sua esperienza – dicono fonti parlamentari – potrebbe sembrare una nomina troppo “politica”. Per quanto riguarda, invece, la corsa alla Privacy il favorito dovrebbe essere l’avvocato Guido Scorza (nella foto), da sempre profondo conoscitore dei temi legati alla protezione dei dati sensibili specie nel mondo digitale. Anche qui, però, la corsa è a quattro: oltre Scorza, infatti, ci sono le professoresse (entrambi dell’ateneo bolognese) Chiara Alvisi e Monica Palmirani e il giurista Innocenzo Genna.

BATTAGLIA APERTA. La decisione, ovviamente, non sarà facile dato che ogni partito punterà sul proprio “cavallo” vincente. Saranno necessarie mediazioni, specie tra i partiti di maggioranza, per cui è più che probabile che alla fine il tavolo possa saltare e i nomi a spuntare siano diversi da quelli oggi previsti. Una sicurezza, al di là di come possa andare, però c’è: considerando che il presidente dell’AgCom è di nomina governativa è molto probabile che a spuntarla sia un tecnico. Questo, perlomeno, è quello che da giorni va ripetendo lo stesso Giuseppe Conte. Ed è per questa ragione che la scelta potrebbe ricadere su Roberto Chieppa, persona di cui il premier si fida a tal punto da averlo voluto come segretario generale di Palazzo Chigi.

Tutto sta a capire se Conte vorrà rinunciare a Chieppa. Nel caso in cui questo non dovesse accadere, potrebbe essere rispolverato il nome di Roberto Garofoli, finito in passato tra le polemiche degli stessi Cinque stelle, al tempo del suo ruolo di capo gabinetto al Mef con Giovanni Tria. In ogni caso si andrà per la presidenza verso un tecnico. Dunque appare più che tramontata la casella di Antonello Giacomelli: l’ex sottosegretario dovrà verosimilmente accontentarsi del ruolo di “semplice” consigliere. “Ma non è detta l’ultima parola – avverte una fonte grillina – il nostro obiettivo è dire no alle porte girevoli. Abbiamo fatto presente la cosa al Pd. Noi non vogliamo che ex politici entrino nelle authority”.

L’idea Giacomelli potrebbe, dunque, tramontare anche perché non conterebbe più neanche sull’unanime appoggio di Italia Viva. Il centrodestra, invece, pare aver già trovato la quadra definitiva: l’indecisione ruota attorno a due nomi. Il super-favorito è il giurista e docente Vincenzo Zeno-Zencovich, anche se alla fine si potrebbe virare anche sulla dirigente del Mise Laura Aria, considerando che il nome non dispiacerebbe neanche a buona parte della maggioranza, specie alla sponda pentastellata che ha lavorato con lei al MiSe. Pare invece tramontato il nome su cui avrebbe voluto insistere Matteo Salvini: Ginevra Cerrina Feroni, fiorentina di origini aristocratiche, avvocato e professoressa ordinaria di diritto costituzionale. Il nome non sarebbe gradito a Forza Italia che, come si sa, non vuole rinunciare a un importante voce in capitolo sul tema comunicazioni.

CARTE COPERTE. Non meno intricata pare essere la partita per il Garante della Privacy. Il centrodestra sembrava aver puntato tutto sul senatore Ignazio La Russa che avrebbe gradito anche perché legge vuole che tra i quattro eletti il più anziano diventi presidente del Collegio. A quanto pare proprio per contrastare il meloniano, il centrosinistra avrebbe puntato su Pasquale Stanzione, giurista ed ex professore ordinario di diritto privato a Salerno, di due anni più vecchio di La Russa, su cui ci sarebbe una convergenza non solo della maggioranza ma a questo punto anche dei partiti di opposizione.

Secondo quanto risulta a La Notizia, La Russa non sarebbe disposto a fare il “semplice” componente: meglio senatore a questo punto. Ed è per questo che per gli altri tre componenti i giochi si sarebbero riaperti. A cominciare da Oreste Pollicino, professore di diritto costituzionale alla Bocconi, che piace tanto a Forza Italia. Il Pd, nel frattempo, spinge su Giovanni Legnini, ma il fatto che sia anche lui un ex parlamentare, potrebbe portare il centrosinistra sul nome Giuseppe Busia, attuale segretario generale proprio del Garante.