La Russia chiude il Nord Stream. Cingolani: “I prezzi aumenteranno. C’è il rischio di un inverno difficile”

La Russia chiude il Nord Stream e l'Occidente deve correre ai ripari in vista dell'inverno. Gli italiano devono essere pronti.

La Russia chiude il Nord Stream. Cingolani: “I prezzi aumenteranno. C’è il rischio di un inverno difficile”

La Russia chiude il Nord Stream e l’Italia così come tutta l’Europa deve correre ai ripari. L’annuncio è arrivato dalla Russia mettendo in allarme l’Occidente. Secondo il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, gli italiano devono prepararsi a un inverno difficile.

La Russia chiude il Nord Stream

Nelle scorse settimane, Eni aveva comunicato che a fronte di una richiesta giornaliera di gas dalla Russia pari a circa 63 milioni di metri cubi, Gazprom aveva fatto sapere di fornire solo il 50% di quanto richiesto. Tuttavia, i tagli non di gas dalla Russia non sono terminati.

Gazprom ha infatti comunicato che dall’11 al 21 luglio 2022 effettuerà una momentanea chiusura di entrambe le condotte del gasdotto per effettuare dei “lavori pianificati di manutenzione, inclusi test di componenti meccanici e sistemi di automazione per garantire un efficace, sicuro e affidabile funzionamento del gasdotto”. Le notizie sono riferite dalle agenzie russe Tass e Interfax.

Voci che vengono confermate anche dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani in una intervista a SkyTg24: la Russia “nel nostro caso ha ridotto del 15% i flussi normali” ma ora ha annunciato che “Nord Stream verrà chiuso due settimane per manutenzione: questo comporterà che ci sarà ancora meno gas e i prezzi aumenteranno perché il mercato del gas e’ speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all’accaparramento. Noi stiamo andando con un ritmo molto regolare e siamo attorno al 60% degli stoccaggi. Dobbiamo arrivare al 90%, un obiettivo raggiungibile”.

“I prezzi aumenteranno. C’è il rischio di un inverno difficile”

Le parole del Ministro Cingolani prospettano un inverno non facile dal punto di vista dei prezzi e dei rifornimenti: “Credo che metteremo in sicurezza il Paese: se arriviamo a fine anno con gli stoccaggi di gas pieni al 90% ricordiamoci che già dall’inizio anno prossimo cominceranno a fluire in Italia enormi quantità di gas che noi abbiamo sostituito diversificando in Africa le forniture”. ha dichiarato a Sky. “Quindi il periodo critico è questo: dal prossimo anno entreranno 18 miliardi di metri cubi di forniture – ne prendiamo 30 dalla Russia – dunque il cammino e’ molto sicuro, dobbiamo scollinare e superare questo inverno con gli stoccaggi pieni perché poi il percorso sarà più facile“.

Ecco dunque cosa sarà necessario fare secondo il Ministro: “La sfida è accumulare il gas per l’inverno: siamo al 60% degli stoccaggi, dobbiamo arrivare al 90%”“Ogni anno – ha spiegato Cingolani – dobbiamo accumulare oltre 10 miliardi di metri cubi di gas per predisporsi all’inverno: è una corsa perché con la guerra in Ucraina, il grande fornitore cioè la Russia sta chiudendo i rubinetti e dunque lo stoccaggio diventa essenziale”. “Abbiamo dato al Gse, con un grosso prestito, – ha detto ancora il ministro – l’opportunità di poter operare sui mercati e di prenotare il gas che ci serve”.

L’Italia nelle ipotesi peggiori non è messa peggio rispetto agli altri paesi europei. Se la Russia chiudesse i rubinetti del gas l’Italia subirebbe meno di altri Paesi europei, “è chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive. Un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, perché intanto risparmiamo gas transitoriamente, un conto è dire dobbiamo interrompere le attività. Questo noi cerchiamo di non farlo, però devo dire che siamo in una posizione abbastanza buona in questo momento”.