La Ryder Cup non va in buca. Grasso dichiara l’emendamento sul finanziamento da 97 milioni inammissibile. Ma Lotti si prepara al Milleproroghe

La battuta sarebbe sin troppo facile: dopo tante polemiche, alla fine a non mandare il finanziamento ad hoc per la Ryder Cup in buca, è stato Pietro Grasso

La battuta sarebbe sin troppo facile: dopo tante polemiche e denunce sulla stampa, alla fine a non mandare il finanziamento ad hoc per la Ryder Cup (il torneo di golf più rinomato in assoluto, che nel 2022 si terrà in Italia) in buca, è stato il presidente del Senato Pietro Grasso. La persona, probabilmente, da cui meno ce lo si aspettava. Eppure è esattamente così che andata. L’emendamento presentato dal senatore Pd d’America, Renato Guerino Turano, con il quale sarebbero stati desinati 97 milioni di garanzia statale alla Ryder Cup, come tanto voleva il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è stato cassato dal presidente di Palazzo Madama perché inammissibile. La ragione? L’emendamento Pd è “estraneo per materia dal provvedimento e non c’entra nulla con la tutela del risparmio“. Insomma, il finanziamento statale alla Ryder Cup 2022 va a farsi benedire per la terza volta. Questa, però, davvero a un passo dal traguardo. E sì, perché il Governo poi ha deciso di mettere la fiducia sul provvedimento che tutela i risparmiatori, nonostante le parole del presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama: “Abbiamo fatto un buon lavoro, proveremo a non mettere la fiducia” aveva detto Mauro Maria Marino (Pd). L’ex procuratore nazionale antimafia evidentemente ha fiutato il cambio di programma e ha risolto da sé la questione: niente garanzia statale al golf perché l’emendamento non c’entra nulla con banche e risparmiatori. Lo diceva la logica, lo imponeva anche una decisione della Consulta a cui ieri si è appellata la senatrice della minoranza dem Lucrezia Ricchiuti (che insieme ai colleghi di partito Guerra e Fornaro non ha partecipato al voto in commissione per protesta): la sentenza numero 22 del 2012 obbligava e obbliga il legislatore a prevedere la necessaria omogeneità tra decreto legge e legge di conversione. Il presidente del Senato ha raccolto l’assist e ha agito di conseguenza. Niente soldi per la Ryder Cup.

La strategia – E mentre le opposizioni applaudono alla scelta di buon senso di Grasso, chi in quel di Palazzo Chigi ha dimostrato di avere molto a cuore le sorti della manifestazione sta già studiando la prossima occasione utile per infilare la garanzia da 97 milioni. Dopo Legge di Bilancio, Decreto fiscale e Salva-risparmio, il quarto tentativo rischia seriamente di essere il Milleproroghe, forse il provvedimento più logico per inserire norme di natura particolaristica come quella sulla Ryder Cup. La partita però resta complicata, dat che il Milleproroghe è ormai in chiusura proprio in questi giorni, sempre a Palazzo Madama: il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è già scaduto e per provare a reinserire la misura il Governo dovrà passare giocoforza dalla Commissione Affari Costituzionali (presidente il renziano Collina). Ennesima forzatura, quindi. Si vedrà. Ma da quel che emerge pare proprio che il ministro allo Sport e renzianissimo, Luca Lotti, voglia far di tutto pur di garantire i 97 milioni al Coni di Malagò.