Le Lettere

La satira ha un gusto solo

  1. La vignetta di Natangelo sul Fatto Quotidiano in effetti mi è sembrata un po’ forte e direi di cattivo gusto.
    Giusi Corsini
    via email

Gentile lettrice, quella vignetta, mostrando la moglie del ministro Lollobrigida a letto con un africano, caricaturizza la teoria della ‘sostituzione etnica’ esposta giorni fa dal cognato di Giorgia Meloni. Come un uomo di carattere ha sempre un cattivo carattere, così la satira ha sempre a che fare con esagerazione ed eccesso, terreni passibili di accuse di cattivo gusto. Ma chi decide se è cattivo? La satira rivela l’ipocrisia e la stupidità come facevano la satura greca e la palliata latina, della quale furono maestri Ennio, Terenzio e Plauto e che abbondano di espressioni scurrili e riferimenti sessuali. Il coro di condanna unanime (ha fatto eccezione Conte) levatosi contro Natangelo è uno spettacolo, quello sì, osceno. Otto anni fa la rivista francese Charlie Hebdo fu vittima di un sanguinoso attentato di integralisti islamici. Tra le varie cose, Hebdo aveva pubblicato una vignetta con Maometto sulla spiaggia, nudo, che chiede: “E il mio sedere? Ti piace il mio sedere?”. Un’altra vignetta mostrava un “trenino sessuale” nel quale Gesù sodomizzava Dio e lo Spirito Santo sodomizzava Gesù. Tutto questo – che ci facesse ribrezzo o ci facesse ridere – lo abbiamo difeso in nome della libertà di pensiero, ritenuta il segno della superiorità culturale dell’Occidente. Ora dov’è finita quella superiorità? Dov’è finita la libertà di espressione? Si può oltraggiare qualsiasi simbolo sacro e qualsiasi Trinità, ma guai a toccare la trimurti Meloni, sorella e cognato? Ma andiamo!

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