“La scissione dei 5 Stelle pianificata da tempo. L’obiettivo era lo strappo”

La senatrice di Leu Loredana De Petris non ha partecipato al voto sul dl Aiuti ed è subito finita nel mirino dei più fervidi sostenitori di Draghi.

“Nessuno se n’è accorto, ma giovedì a negare la fiducia al governo #Draghi è stata anche Loredana De Petris, capogruppo di Leu, il partito del ministro Roberto Speranza. Lo ricordo per amor di cronaca e per dire quanto stretto sia ormai il #campolargo di Letta”, ha scritto il senatore di Forza Italia Andrea Cangini. «La sen Loredana De Petris non verrà ricandidata vero?», incalza il giornalista Mario Lavia.

«Comunque volevo aggiungere che ieri anche Leu non ha partecipato alla votazione sul dl aiuti al Senato, per cui la formazione guidata dal ministro Speranza non ha dato la fiducia al governo di cui Speranza è ministro», scrive il giornalista Alberto Ciapparoni. La senatrice di Leu De Petris non ha partecipato al voto sul Decreto Aiuti ed è subito finita nel mirino dei più fervidi sostenitori del governo Draghi.

Senatrice, perché non ha votato il Dl aiuti?
“Perché non ero d’accordo sul provvedimento. Cosa che ho fatto anche altre volte: non ho partecipato al voto”.

Eppure molti l’accusano di avere dato manforte alla crisi.
“I problemi di quel decreto erano ampiamente annunciati, da tempo. Draghi ha voluto drammatizzare con le dimissioni. Ciò che è accaduto era previsto, si poteva correre ai ripari prima, invece di insistere mettendo la fiducia. Tra l’altro non capisco perché un governo con una maggioranza così larga debba ricorrere così spesso alla fiducia. Tra l’altro io sono di Roma, non posso fare la battaglia contro termovalorizzatore e poi votare una cosa del genere. Draghi ha voluto drammatizzare perché ci sono stati vari problemi nella maggioranza, forse perché pensava che il suo mandato, quando fu investito, sarebbe durato meno. La mia personale valutazione è che dovrebbe ritirare le dimissioni, non c’è stata nessuna sfiducia. Se avessero voluto sfiduciarlo gli avrebbero votato contro, mentre non partecipare al voto è un modo per segnare una presa di posizione contraria. Le questioni del M5S erano aperte da giorni”.

Non so se ha visto, è stata massacrata suoi social, accusata di collaborazionismo con il nemico…
“Io evito i social. Di certo c’è molta voglia di liberarsi delle voci critiche. Su questo non c’è dubbio. Gli odiatori delle voci critiche contro Draghi tra l’altro sono curiosamente anche molto organizzati. L’unica cosa che posso dire è che su molti temi che stanno cuore a me dentro questa maggioranza ci sono molti problemi. Mi sono assunta la responsabilità di votare il governo Draghi perché pensavo che in quel momento fosse necessario, ora mi occupo di rimozione del danno, in questi mesi ho portato avanti questo lavoro. Ci sono alcune cose su cui non posso predicare in un modo e poi fare altro. Mi spiace. Almeno il diritto di non essere d’accordo, altrimenti che siamo pagati a fare? È successo così anche sulla vivisezione, non partecipare al voto è l’unico modo che ho avuto. L’anomalia è un abuso per cui anche i provvedimenti più semplici, con pochi emendamenti, vengono votati con la fiducia”.

Che ne pensa di Conte e del M5S in questo momento?
“Loro e le loro dinamiche sono molto complessi Del resto quando ti fanno una scissione tutto diventa molto più complicato. La scissione è stata la miccia, non ha stabilizzato nulla ma ha anzi avviato l’instabilità. Ed è stato tutto preparato dai tempi della risoluzione del Consiglio europeo. Non si accettava nessuna proposta che proveniva da loro, io l’ho visto da dentro. Evidentemente si voleva produrre lo strappo. Era tutto preparato da un po’. Sul provvedimento nello specifico (il dl aiuti) anche i ministri non hanno partecipato al voto. E poi tutta questa polemica sul reddito di cittadinanza, assolutamente gratuita. E poi non sistemare la cessione del credito suoerbonus, per cosa? Per fare dispetto alla suocera? Quello creerà il fallimento delle imprese”.

Quindi qualcuno al governo ha preparato il terreno per questa crisi?
“Contro il M5S un tentativo di tenerli fuori l’ho visto in tutti questi mesi. Poi loro hanno i loro modi non sempre comprensibili. Il M5S ha posto punti che riguardano il sociale, non bisogna rispondere a loro, noi siamo con i salari fermi da 30 anni, quella non è un’invenzione dei 5S. A prescindere dal fatto che il problema l’abbiano posto loro. Fino adesso al salario minimo in commissione ci sono sempre stati ostacoli. Che ci sia un’emergenza salariale è sotto gli occhi di tutti”.

Il campo largo pensato da Letta non c’è più?
“Bah, Letta ha fatto già un accordo con Sinistra italiana e Verdi che sono fieramente all’opposizione. Se andiamo a elezioni anticipate è complicato ma se andiamo avanti probabilmente ci sarà”.

Eppure il cosiddetto “centro” insiste per riproporre alle prossime elezioni uno schema simile a questo governo Draghi…
“Bisogna capire. Ci sono variabili infinite. Se si vota subito la vittoria del centrodestra sarà schiacciante. Ma io penso che non si voti. Allora ci sarà lo spazio per modificare la legge elettorale. Dipende che legge uscirà”.

Renzi ha depositato le carte per un referendum sul reddito di cittadinanza, che ne pensa?
“Appunto, continuiamo le provocazioni, queste sì che fanno male all’Italia”.