Noto che gli europei, Macron, Mertz e Starmer in testa, non fanno che parlare di riarmo, guerra, appelli ai “volenterosi”. Come si spiega questo iperattivismo?
Claudio Variale
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Gentile lettore, i motivi sono più d’uno: le spiego il principale. La sua lettera è antecedente al blitz dell’Ucraina contro 4 aeroporti strategici nella Russia profonda, un colpo duro per Mosca ma non decisivo, benché scenico. Ciò detto, America e Nato hanno a lungo “coltivato” una guerra ucraina mirante alla “sconfitta strategica” della Russia, la quale, a loro avviso, sarebbe uscita dal conflitto umiliata e con l’economia a pezzi (veda sanzioni). Sarebbe così divenuto fattibile l’antico sogno angloamericano di spezzettare l’immenso Pease, ricco di risorse naturali, in tanti piccoli stati, deboli e quindi depredabili. Invece siamo all’esito contrario: sconfitta strategica dell’Occidente e della Nato, ormai incapaci di respingere l’armata russa e recuperare i territori persi dall’Ucraina. Con l’avvento di Trump l’America in apparenza si è sfilata, abbandonando il ruolo di parte attiva e assumendo la veste di pacificatore. In realtà Trump agisce subdolamente in senso ostile alla Russia (ne parlerò in un’altra lettera). Fatto sta che per ora la sconfitta rimane in conto all’Europa. Questo spiega perché i personaggi da lei citati, nonché Ursula, Kallas, Picierno e altre, si agitino tanto sulla scena. Viene voglia di citare Shakespeare: “Un povero attore si dimena sul palcoscenico prima di scomparire. È una storia recitata da un idiota, piena di rumore e furia, che non significa nulla” (Macbeth, Atto V, Scena V).