La scure della spending review taglia 4 ambasciate

dalla Redazione

Ok del Consiglio dei ministri alla soppressione delle ambasciate in Tegucigalpa (Honduras), Reykjavik (Islanda), Santo Domingo (Repubblica Dominicana), Nouakchott (Mauritania), e della Rappresentanza permanente presso l’UNESCO, le cui funzioni passeranno alla Rappresentanza presso l’OCSE, che sarà chiamata “Rappresentanza d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali”.

Il Consiglio dei Ministri, secondo quanto rende noto un comunicato di Palazzo Chigi, ha deliberato l’approvazione di cinque provvedimenti da emanarsi con decreto del Presidente della Repubblica che recano, in attuazione del decreto-legge n. 95 del 2012 (spending review) e della normativa di settore, la soppressione delle quattro ambasciate, nonché la soppressione della Rappresentanza permanente presso l’UNESCO in Parigi, le cui funzioni saranno attribuite alla analoga Rappresentanza presso l’OCSE, che assumerà il nome di “Rappresentanza d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali”.

Su proposta del ministro per la semplificazione e la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia e del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il Consiglio dei ministri ha autorizzato,il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per la copertura di posti effettivamente vacanti e disponibili, le seguenti assunzioni tempo indeterminato. E’ quanto si legge nella nota di palazzo Chigi al termine del Cdm. 5.336 e 3.730 unità di personale ATA, rispettivamente, per gli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014; 4.447 unità di personale docente da destinare al sostegno di alunni con disabilità per l’anno scolastico 2013/2014; 43 assistenti amministrativi, 19 coadiutori, 2 direttori ed 1 collaboratore per le esigenze delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).

Parere favorevole al taglio dei “distacchi e dei permessi sindacali dei dirigenti, parametrando il numero agli organici attuali, fortemente ridotti nel corso degli anni rispetto al contratto collettivo nazionale 2004-2005”. “Il Consiglio dei Ministri – si legge nel comunicato – si è espresso favorevolmente affinché il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Maria Anna Madia, sottoscriva la nuova ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la ripartizione dei distacchi e permessi alle organizzazioni sindacali rappresentative nelle aree della dirigenza della Pubblica amministrazione per il triennio 2013-2015. L’ipotesi di contratto è stata sottoscritta dall’ARAN e dalle confederazioni e organizzazioni sindacali di categoria il 30 luglio 2013. Il Ministero dell’economia e delle Finanze ha già espresso il proprio parere favorevole così come lo ha fatto, in via preliminare, il Dipartimento della Funzione pubblica. Il nuovo contratto collettivo permetterà una riduzione dei distacchi e dei permessi sindacali dei dirigenti, parametrando il numero agli organici attuali, fortemente ridotti nel corso degli anni rispetto al contratto collettivo nazionale risalente al biennio 2004-2005. Inoltre le prerogative delle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie, nell’ambito della dirigenza vengono espressamente vincolate alla costituzione delle Rsu stesse entro il 30 giugno di quest’anno”.

Via libera del Consiglio dei ministri a un decreto legislativo per la promozione “dell’efficienza energetica nella pubblica amministrazione, nelle imprese e nelle famiglie secondo gli obiettivi posti dall’Ue di una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020”. E’ quanto si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. “Il target di riduzione dei consumi di energia al 2020 – si legge nel comunicato – già fissato dalla Strategia energetica nazionale, viene oggi aggiornato con nuove misure: interventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della pubblica amministrazione; la previsione dell’obbligo per le grandi imprese e le imprese energivore di eseguire diagnosi di efficienza energetica; l’istituzione di un Fondo nazionale per l’efficienza energetica per la concessione di garanzie o l’erogazione di finanziamenti, al fine di favorire interventi di riqualificazione energetica della Pa, l’efficienza energetica negli edifici residenziali e popolari e la riduzione dei consumi di energia nell’industria e nei servizi”.

Parere favorevole del Consiglio dei ministri al ministro per la P.a Maria Anna Madia per il taglio dei “distacchi e dei permessi sindacali dei dirigenti, parametrando il numero agli organici attuali, fortemente ridotti nel corso degli anni rispetto al contratto collettivo nazionale 2004-2005”. Lo si legge nel comunicato di Palazzo Chigi. “Il Consiglio dei Ministri – si legge nel comunicato – si è espresso favorevolmente affinché il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Maria Anna Madia, sottoscriva la nuova ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la ripartizione dei distacchi e permessi alle organizzazioni sindacali rappresentative nelle aree della dirigenza della Pubblica amministrazione per il triennio 2013-2015. L’ipotesi di contratto è stata sottoscritta dall’ARAN e dalle confederazioni e organizzazioni sindacali di categoria il 30 luglio 2013. Il Ministero dell’economia e delle Finanze ha già espresso il proprio parere favorevole così come lo ha fatto, in via preliminare, il Dipartimento della Funzione pubblica. Il nuovo contratto collettivo permetterà una riduzione dei distacchi e dei permessi sindacali dei dirigenti, parametrando il numero agli organici attuali, fortemente ridotti nel corso degli anni rispetto al contratto collettivo nazionale risalente al biennio 2004-2005. Inoltre le prerogative delle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie, nell’ambito della dirigenza vengono espressamente vincolate alla costituzione delle Rsu stesse entro il 30 giugno di quest’anno”.

Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è stato approvato uno schema di regolamento su Decreto del Presidente della Repubblica relativo alle procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato, a norma dell’art. 38 del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25. Il provvedimento, rende noto un comunicato di Palazzo Chigi, interviene a chiarire la portata applicativa delle norme primarie in senso conforme al diritto comunitario da cui la disciplina della protezione internazionale deriva. Si tratta del recepimento formale di provvedimenti in ordine a riconoscimento e revoca dello status di rifugiato già in essere nel nostro Paese. Sul regolamento saranno acquisiti i pareri della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato.