La spintarella del Fondo Monetario. Italia promossa sulla crescita del Pil. Per l’organismo di Washington i maggiori rischi arrivano dalla Cina e dalle economie emergenti

La “spintarella” che non ti aspetti. A darla all’Italia è stato il Fondo monetario internazionale guidato da Christine Lagarde. I dati preliminari relativi al secondo trimestre, ha ha fatto sapere ieri il Fondo in un documento preparatorio al G20 di Ankara, mostrano che nell’area euro “Italia, Irlanda e Spagna” sono cresciute più del previsto. “La moderata ripresa dell’area euro è previsto prosegua nel 2015 e nel 2016, sostenuta da prezzi del petrolio più bassi e dall’indebolimento dell’euro”, ha proseguito il documento, e “si stima che la crescita acceleri in Germania, Francia, Italia e, soprattutto, in Spagna”. Timori invece da Pechino. La transizione della Cina verso tassi di crescita più bassi “sebbene in linea con le attese, sembra avere ripercussioni esterne più vaste di quanto previsto, come evidenziato dal calo dei prezzi delle materie prime e delle azioni”. Secondo l’istituto di Washington, la frenata di Pechino ha avuto inoltre effetti negativi sui volumi del commercio globale, che “si sono contratti nel secondo trimestre, mettendo in luce l’incapacità degli investimenti di crescere come previsto”. “In Cina, sulla scia di una dovuta correzione nel settore delle costruzioni, gli investimenti hanno rallentato rispetto all’anno scorso ma la crescita dei consumi è rimasta stabile”, ha proseguito la nota, aggiungendo che “con la contrazione delle importazioni, le esportazioni nette hanno contribuito positivamente alla crescita nonostante dati più deboli del previsto”. Il recente tonfo dei mercati finanziari, infine, “non dovrebbe scoraggiare le autorità cinesi a portare avanti riforme che diano ai meccanismi di mercato un ruolo più decisivo nell’economia”.