La spunta la Raggi: cittadinanza onoraria di Roma ad Assange

Dopo i rinvii, l'Assemblea capitolina approva la delibera a prima firma Raggi che conferisce la cittadinanza onoraria ad Assange.

La spunta la Raggi: cittadinanza onoraria di Roma ad Assange

Alla fine l’Assemblea capitolina ce l’ha fatta e ha approvato la proposta di delibera per il conferimento della cittadinanza onoraria di Roma Capitale a Julian Assange, dall’aprile del 2019 recluso in un carcere nel Regno Unito. La proposta di conferirgli la cittadinanza onoraria era stata avanzata dal Movimento 5 Stelle, che più volte ha incalzato il Pd per portare quella che inizialmente era solo una mozione all’esame dell’Assemblea capitolina con una delibera. Che è stata votata in Campidoglio ieri.

Per l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, la capogruppo M5S, Linda Meleo, e il capogruppo della Civica Raggi, Antonio De Santis, è un “momento di grande soddisfazione per chi, come noi, crede che la Capitale debba lanciare un segnale importante a favore di un uomo i cui diritti fondamentali sono stati ripetutamente violati”.Con questa votazione Roma Capitale ha ufficialmente conferito la cittadinanza onoraria al giornalista, cofondatore di WikiLeaks, sulla cui estradizione negli Stati Uniti si pronuncerà l’Alta Corte britannica il prossimo 20 febbraio.

La delibera per la cittadinanza onoraria di Roma ad Assange

A ottobre era stata votata una mozione che impegnava il Campidoglio a conferire la cittadinanza onoraria e ieri l’Assemblea ha approvato una delibera con 27 voti favorevoli e due contrari: il provvedimento a prima firma Raggi (sottoscritto da M5S, Pd, Civica Raggi, Sinistra Civica Ecologica ed Europa Verde) dà il via libera alla concessione della cittadinanza di Roma ad Assange. Raggi, intervenendo in Aula, ha sottolineato che Assange “è detenuto in condizioni di tortura ed è privato della libertà e della dignità senza aver commesso alcun reato”. Inoltre la richiesta di estradizione negli Usa “è legata a una condanna a 175 anni di prigione, sostanzialmente morte certa”, sottolinea l’ex sindaca.

Secondo cui è importante che l’Assemblea capitolina si sia pronunciata “prima del 20 febbraio, quando l’Alta Corte britannica si pronuncerà sulla sua estradizione”. La seconda firmataria della delibera, la consigliera capitolina del Pd Antonella Melito, sottolinea che si tratta di un “passaggio doveroso: c’è stato un lavoro anche contro il tempo per levare un grido d’aiuto che vogliamo far sentire oggi, prima delle udienze, e che faremo sentire anche fuori dalle istituzioni”.