La stampa estera sul carro di Mr. 2%. Sfilza di interviste sdraiate a Renzi. Demolition Man dipinto come il salvatore della Patria. Offensiva mediatica di Matteo per rilanciarsi

La stampa estera sul carro di Mr. 2%. Sfilza di interviste sdraiate a Renzi. Demolition Man dipinto come il salvatore della Patria. Offensiva mediatica di Matteo per rilanciarsi

Matteo Renzi ne ha fatta un’altra delle sue: a rilasciato interviste a pioggia sui media stranieri. Risultato: tutti parlano di lui e dell’Italia. Una bella caramella gustosa per l’ex premier, secchiate di fango sudicio sull’Italia, il suo Paese. Siamo purtroppo abituati all’ego dilagante del leader di Italia Viva. Tutti lo abbiamo imparato a conoscere. Eccessivo e irrefrenabile, il Rentius Italicus si nutre di media e social come l’altro Matteo. Ma Renzi è più pericoloso di Salvini perché è più cattivo. Riesce a vedere immediatamente il punto debole di una situazione o di una persona e lì va implacabilmente a colpire. Renzi, uno che ha fatto cadere un governo per antipatie personali verso Giuseppe Conte e lo ha fatto per di più in piena pandemia, con un piano vaccinale in difficoltà.

Financial Times: “L’unico modo nel mezzo di una pandemia era chiamare il miglior giocatore, perché Mario è il miglior giocatore”. “L’Italia è tornata, proprio come ha detto Joe Biden degli Stati Uniti. Se guardi ai mercati finanziari, ai leader internazionali, alla fiducia dei nostri cittadini, è un miracolo”. Die Zeit: “Riceviamo oltre 200 miliardi di euro dall’Ue. Per questo abbiamo bisogno di un governo che sia in grado di spenderli in modo sensato. Dal momento che l’Europa ha fiducia in noi, dobbiamo mettere il meglio che abbiamo ai vertici”.

New York Times: “Quando Matteo Renzi ha scatenato il crollo del governo italiano il mese scorso, è diventato l’oggetto di numerose critiche per aver fatto precipitare il Paese nel caos politico nel bel mezzo di una pandemia. Ora sta raccogliendo i frutti della vittoria”. El Pais: “Abbiamo ricevuto molte critiche. Mi hanno definito un pazzo. Ma non importa, perché l’Italia migliorerà. Se hai a disposizione Messi o Ronaldo, devono giocare, non stare seduti in panchina: la crisi sta volgendo al termine, portando il meglio in campo, per tutti noi”.

Insomma il Matteo dell’Arno si è lasciato andare ad una sbrodolata internazionale centrata su Usa, Gran Bretagna, Germania e Spagna che fa pensare. E fa pensare perché Renzi non fa mai una mossa a caso e se ha rilasciato tutte queste interviste in quei Paesi un motivo ci deve essere. Renzi sa che il suo percorso politico in Italia è finito. Con un partitino come Italia Viva ridotto al 2% alle prossime elezioni verrà spazzato via inesorabilmente e per questo si sta aprendo una strada a livello internazionale. La vittoria di Joe Biden contro Donald Trump gli permette di tirare fuori un suo vecchio progetto e cioè quello di fare il segretario Generale della Nato.

I rapporti con l’ex presidente democratico Barack Obama sono ottimi e alla fine deciderà Biden che di Obama era il vice e braccio destro. Certo che l’amicizia non basta. Gli interessi strategici degli Usa sono determinanti, ma il piano del toscano appare delinearsi sempre più chiaramente. Poiché Renzi è uno scacchista, il suo ultimo libro si chiama non a caso La mossa del cavallo, sa bene utilizzare le cosiddette combinazioni che in quel gioco prevedono una serie di mosse obbligate sia per un giocatore che per l’altro. L’opportunità gli è venuta dalla relazione che doveva fare il ministro della Giustizia Bonafede in Parlamento. Ha fatto dimettere le sue due ministre ed ha cominciato a ricattare il governo per posti e prebende, la “mossa del cavallo”. Se Conte avesse ceduto si sarebbe rafforzato altrimenti il piano B e cioè mancanza di maggioranza assoluta al Senato e minaccia di scacco matto a Bonafede il che ha indotto Conte a dimettersi e far arrivare Draghi. Una partita a scacchi sulle spalle degli italiani.