L’accoglienza migranti manda in tilt Viminale e Campidoglio. Salvini e Meloni si scatenano. Mentre il Governo appare sempre più in balìa degli eventi

Forse è il lato più cinico della vicenda esplosiva che riguarda la gestione degli immigrati. Ma per quanto strumentale, l’intervento della politica sulla questione va tenuto nel debito conto, soprattutto quando pare intercettare il sentimento di una fetta cospicua dei cittadini. Inutile dire che sui fatti di ieri di Roma, e su quelli dei giorni scorsi verificatisi a Treviso, i politici tradizionalmente più “sensibili” si sono buttati a capofitto. In primis Matteo Salvini. Come sempre più spesso gli capita, il leader della Lega ha cavalcato la vicenda su Facebook: “Roma, Treviso, Livorno, Bergamo, Piacenza. Prefetti, invece di rompere le palle ai sindaci e ai cittadini (italiani e immigrati regolari) che protestano, fate il loro lavoro e smettete di coccolare migliaia di clandestini. Accoglieteli in prefettura o a casa vostra, se proprio li volete. Vabbè che dipendete da Alfano ma vergognatevi!”. Parole colorite, nella tipica scia dei commenti di Salvini. Ma si tratta di uno stile che fa presa sui cittadini, perché al di là di tutto coglie un disagio nei confronti dell’immigrazione più che dimostrato dai fatti di cronaca degli ultimi due giorni. Poi è stata la volta di Giorgia Meloni, altra rappresentante di quella politica che sfrutta molto il tema dei profighi per capitalizzare consenso.

LE POSIZIONI
“I responsabili dell’ennesima mattinata di scontro sociale nella periferia di Roma hanno nomi e cognomi precisi: Matteo Renzi, Angelino Alfano, Ignazio Marino si dovrebbero vergognare”, ha esordito ieri senza mezzi termini la leader di Fratelli d’Italia. La quale, nel prosieguo del ragionamento, ha continuato a usare toni duri: “Per questi signori l’emergenza immigrazione si risolve facendo entrare tutti gli immigrati e stipandoli in luoghi lontani dagli occhi, ovvero nelle già degradate periferie. E questo, non sfugge neanche a un bambino, genera tensione, rabbia e produce questa surreale guerra tra poveri”. Un riferimento, naturalmente, alla forze dell’ordine, che loro malgrado si trovano spesso a essere bersaglio delle proteste dei residenti dei vari quartieri in quanto intervengono per proteggere e scortare i pullman con i migranti. Certo, si potrà dire che sotto sotto la Meloni coltiva l’ambizione di diventare sindaco di Roma.

SPALLE AL MURO
E si potrà dire che le sue parole sull’accaduto sono un cinico tentativo di sfruttare l’occasione per strappare qualche voto in più. Ma ormai è innegabile che sia lei, sia Salvini riescono a intercettare perfettamente questo tipo di disagio. La realtà vera è che l’Italia non è in grado di “selezionare” gli immigrati che entrano, anche per colpe non sue. Ormai si sono versati fiumi di inchiostro per puntare l’indice contro un’Europa che sul punto è a dir poco latitanete e assolutamente non solidale. Ma mentre la situazione di stallo rimane, le città italiane si trasformano in tante polveriere.