Lacrime per i morti nei disastri, ma niente soldi per la prevenzione: le mappe geologiche ferme da 30 anni

La cartografia geologica del territorio, progetto in cantiere da 30 anni, non è stata ancora completata. Altro che prevenzione

Piangiamo le vittime, come quelle dell’Hotel Rigopiano, ma anche di altre tragedie dai terremoti e delle alluvioni, che finiscono in prima pagina. Salvo dimenticare quei drammi nel quotidiano, in barba ai grandi annunci, tipo la Casa Italia immaginata da Matteo Renzi. Perché la cartografia geologica del territorio, progetto in cantiere da 30 anni, non è stata ancora completata. Eppure sarebbe strumento necessario. I lavori sono iniziati nel lontano 1988, ma sono fermi al 40% del totale, anche a causa di rallentamenti burocratici, difficoltà di coordinamento e qualche errore iniziale di valutazione. Ma soprattutto per lo stop ai finanziamenti statali. Un fatto che fa gridare allo spreco: gli oltre 81 milioni di euro finora investiti non hanno portato al risultato sperato, ossia dare al Paese un quadro geologico di insieme. Certo, i dati servono a coprire una porzione di territorio, ma non hanno permesso di avere una conoscenza completa: il punto di partenza per prevenire le tragedie.  “Il progetto non è stato più finanziato ed è una cosa molto grave”, spiega a La Notizia il deputato di Possibile Andrea Maestri, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nella speranza di sbloccare la situazione. “Vanno bene – aggiunge – le condoglianze collettive e i ringraziamenti a vigili del fuoco e Protezione civile per quello che fanno nelle emergenze. Ma il compito della politica è di evitare i danni, vietando di costruire nei luoghi a rischio”.

Obiettivi – Ma quali erano i programmi originari? “Il progetto CARG (CARtografia Geologica) prevede la realizzazione dei 652 fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000 per la copertura dell’intero territorio nazionale”, spiega il sito dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Allo stato attuale risultano realizzati solo 255 fogli, pari a circa il 40% dell’intera copertura cartografica. E dire che all’inizativa hanno preso parte più di 60 strutture: enti territoriali, organi del Cnr, Dipartimenti ed Istituti universitari, insieme alle Regioni, che dovrebbero assicurare – con un ulteriore investimento – le risorse necessarie al progetto. Il Carg è un progetto fondamentale, perché il completamento dei lavori dovrebbero essere “disponibili gli strumenti conoscitivi, quali i dati geologici, indispensabili per una corretta pianificazione e gestione del territorio e, più in particolare, per la prevenzione, la riduzione e la mitigazione del rischio idrogeologico”, mette in evidenza l’Ispra.

Solita Italia – Un problema serio, insomma. “In un territorio come quello italiano, con una storia ed eccellenze uniche, è una mancanza incomprensibile e intollerabile”, accusa Maestri. Come se non bastasse, oltre al danno c’è la beffa: altri Paesi europei come la Spagna, meno a rischio dell’Italia, hanno realizzato la cartografia. E non solo: dopo aver mappato al dettaglio il territorio, hanno continuato ad aggiornare con costanza i dati.