L’allegra gestione della monnezza italiana

Dalla Redazione

C’è puzza di bruciato nella gestione della spazzatura urbana. E ora l’Antitrust vuole vederci chiaro. Affidamenti disomogenei su base territoriale, criticità concorrenziali, quadro normativo incerto. Su queste basi l’Antitrust ha dato il via a un’indagine conoscitiva sul settore della gestione dei rifiuti solidi urbani. Ora si effettuerà una ricognizione degli assetti istituzionali, gli operatori e la relativa compagine azionaria, nonché gli strumenti con cui vengono concessi gli affidamenti.

Il Garante evidenzia “l’esistenza di un ricorso significativo all’affidamento diretto” e “una durata degli affidamenti nella maggior parte dei casi superiore a quella che sembra necessaria per recuperare gli investimenti, tali da scoraggiare lo sviluppo della concorrenza e favorire il consolidamento delle posizioni di mercato”. I bandi di gara, poi, presentano spesso clausole che appaiono limitare dal punto di vista geografico gli impianti ai quali conferire i rifiuti raccolti e per tale motivo sembra esserci una limitazione della concorrenza a favore degli impianti di trattamento che si trovano maggiormente nelle vicinanze. Criticità, che secondo l’Antitrust, sarebbero aggravate da un quadro normativo frammentario e disomogeneo, che spesso fornisce incentivi scorretti agli enti locali responsabili della corretta ed efficiente gestione dei rifiuti urbani.