Trump impone all’Ue dazi al 30% e dice che li aumenterà se l’Ue reagisce. È un’estorsione a mano armata. Ma la Meloni non era tanto amica di Trump?
Milly Salerno
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Gentile lettrice, “L’obiettivo è dazi zero” disse Meloni con arie da statista partendo per la Casa Bianca. E meno male che era zero… Tra le piaggerie inventate per lei dalla stampa leccapiedi ci sono: amica di Trump, amica di Musk (che non è più amico di Trump), ponte tra Usa ed Europa, “Un fenomeno, avercene” (Concita de Gregorio su Repubblica) e così via. Tutte sciocchezze, tutta immondizia mediatica che attesta la natura servile della nostra informazione. Nel rapporto con gli Usa il danno che Meloni ha arrecato all’Italia è gigantesco. Alla Casa Bianca, il 17 aprile, temendo di essere maltrattata come era accaduto a Zelensky, si presentò con le mani piene di doni non richiesti. In 30 minuti di udienza consegnò a Trump: oltre 8 miliardi in spese militari; 10 miliardi di investimenti in Usa, che saranno sottratti agli investimenti in Italia; un numero imprecisato di miliardi per aumentare gli acquisti di gas americano (che costa il triplo del gas russo); e infine rinunciò a introdurre la web tax sulle aziende americane (Facebook, Google, ecc.) facendo perdere una ricca fonte di entrate allo Stato italiano. Meno male che era “amica” di Trump, sennò avrebbe dovuto donargli anche cento vergini. Per ottenere cosa? Nulla, neanche l’1% di sconto sui dazi. Soldi nostri regalati agli americani. Siamo nelle mani di una premier imbarazzante, una sciagura che provoca danni inversamente proporzionali alla sua bassissima statura politica.
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