Lampedusa un anno dopo: proteste a Governo e Ue

dalla Redazione

Tre ottobre 2013. Nessuno potrà mai scordare quella data, quando il barcone si rovesciò e morirono 366 disperati. Lacrime e abbracci tra i sopravvissuti, molti dei quali sono scoppiati in un pianto dirotto. Non sono però mancate le proteste: un gruppo di giovani lampedusani ha infatti manifestato davanti all’ingresso dell’aeroporto di Lampedusa, dove si teneva un incontro con il presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, e il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. I manifestanti hanno cartelli contro il governo e le scelte fatte sull’isola: “Commemorate i morti e ingabbiate i vivi’ è scritto su un cartello”; “Ogni giorno è il 3 ottobre”; ”No a Lampedusa caserma a cielo aperto”; “No Nato, più scuole, no Ue, meno caserme”.

Proteste anche al Porto Vecchio dove i lampedusani hanno affisso cartelli contro il governo e il sindaco, proprio di fronte all’ingresso del molo Favarolo, quello dove arrivano i migranti: “L’economia è in ginocchio – hanno detto all’Ansa – e i diritti dei lampedusani sono sempre negati”.

CONTESTATO SCHULZ
Le maggiori contestazioni, però, sono state dirette a Schulz e all’Europa, rea di aver abbandonato Lampedusa al suo destino. “Questa è una pagliacciata, i colpevoli siete voi, siete voi gli assassini” ha detto uno dei rappresentanti del centro sociale dell’isola rivolgendosi proprio al presidente Ue, che ha ascoltato le critiche e ha poi ripreso il suo discorso.

LA MOGHERINI RISPONDE
A rispondere alle critiche è stata Federica Mogherini. Essere oggi a Lampedusa, ha detto, “non è una pagliacciata ma un nostro preciso dovere politico, morale e istituzionale”. Così il ministro degli Esteri ha replicato ai contestatori. “Che ci sia l’Ue qui non è per niente banale – ha aggiunto – è il segno di un impegno che c’è stato e che continuerà. Questo è un segnale politico importante”. Aprire “canali legali di immigrazione” in modo che si eviti a migliaia di essere umani di mettere a rischio la loro vita attraversando il Mediterraneo. Il titolare della Farnesina, poi, ha indicato tre cose “da fare immediatamente: continuare a salvare vite, che sia con Mare Nostrum o con Frontex Plus, avere accoglienza efficace e aprire canali legali”.