L’appalto folle della Consip: maxi assegno da 24 milioni per farsi dettare le strategie. Nonostante i 300 dipendenti

La Consip, società del Tesoro, spenderà 24 milioni per farsi dettare le strategie. Eppure oltre al Cda dispone di 300 dipendenti

Un maxi assegno per farsi indicare la strada dalla solita società di consulenza. Dalle parti della Consip, a quanto pare, non si bada a spese. La centrale acquisti del Tesoro, che ha il compito di far risparmiare le pubbliche amministrazioni gestendo gli appalti di beni e servizi, deve essersi resa conto che ha bisogno di aiuto. Così, nei giorni scorsi, ha predisposto un bando di gara per “servizi professionali a supporto dell’attività” della società. Sul piatto 23,7 milioni di euro in tre anni, quindi circa 8 milioni l’anno. La sorpresa, però, aumenta di intensità quando si vanno a leggere disciplinare di gara e capitolato tecnico. Si scopre che la società di consulenza in questione dovrà fare un po’ di tutto. Nel disciplinare, per esempio, c’è scritto che l’attività a favore della Consip consisterà nei servizi di advisory strategico, di implementazione operativa delle iniziative e nella consulenza legale.

DETTAGLIO – Il tutto, giova ricordare, a beneficio di una società pubblica che vanta un Cda guidato dall’Ad renziano Luigi Marroni (ex direttore della Asl di Firenze), e un totale di circa 300 dipendenti. Rebus sic stantibus, come mai la Consip deve versare fino a 23,7 milioni di euro per affidare a una società esterna un’incredibile serie di attività? Anche perché, scendendo ancora più nel dettaglio delle attività oggetto della gara, il capitolato tecnico spiega che in riferimento all’advisory strategico la società aggiudicataria “dovrà garantire supporto” in particolare in tema “di posizionamento competitivo, in relazione ai possibili scenari alternativi, ai network da sviluppare/presidiare e agli interventi da realizzare a supporto del percorso evolutivo”. Poi dovranno essere garantite anche “valutazione e interpretazione delle performance operative”. Infine ci si dovrà occupare anche di “individuazione e sviluppo di nuovi ambiti di intervento, in termini sia di evoluzione/estensione delle iniziative/progetti in corso, sia di individuazione di nuove iniziative/progetti”.

IL RESTO – Per quanto concerne l’implementazione operativa delle iniziative individuate, la società vincitrice dell’appalto dovrà supportare la Consip nelle sua attività di razionalizzazione della spesa e di centrale di committenza. Dulcis in fundo l’aggiudicatario “dovrà fornire la consulenza sugli aspetti legali connessi alle attività previste nei settori sopra descritti”. È allora evidente che la società esterna potrà intervenire in tutti i principali gangli di attività della società controllata dal ministero di Pier Carlo Padoan. Per carità, nessuno nega che le competenze della Consip siano aumentate (ormai gestisce 50 categorie merceologiche per un valore delle gare di circa 40 miliardi l’anno). Ma la domanda di partenza resta. Nel 2014, per inciso, un servizio simile venne affidato dalla Consip alla Deloitte e allo studio legale Legance: 6 milioni in due anni. In media, quindi, l’attuale bando costa molto di più.

Twitter: @SSansonetti